Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
EBay, il più popolare sito di aste e vendite online, ha rimosso dai suoi cataloghi trenta effetti e cimeli relativi alla Shoah.
Tra di essi colpiscono particolarmente un polsino con la Stella di David, un paio di scarpe e uno spazzolino da denti che appartenevano alle vittime dei campi di concentramento, secondo un quotidiano britannico, che ha specificato che uno dei suoi giornalisti ha scoperto anche che sul sito venivano presentati indumenti come una divisa completa indossata da un panettiere polacco ucciso ad Auschwitz, proposto per 11.300 sterline, pari a 13.353 euro da un tale Viktor Kempf, un soggiornante ucraino in Canada.
Questo utente avrebbe già venduto nell’ultimo anno 18.000 dollari di abbigliamento indossato nel campo di sterminio. Il signor Kempf, ha spiegato che ha proposto tali vendite perché gli oggetti hanno, secondo lui, il valore di “documenti”, e voleva finanziare un progetto di lavoro storico. Ha anche escluso che lo abbia fatto per soldi perché “questo periodo della storia è stato terribile e non si dovrebbe dimenticareâ€.
Il quotidiano britannico in questione ha allertato EBay, che ha immediatamente rimosso gli oggetti contestati dalla vendita e ha offerto di donare 25.000 sterline (40.000 dollari canadesi) ad una organizzazione caritatevole.
Con un comunicato ufficiale, il sito di aste on-line ha fatto sapere che: “Non permettiamo le vendite di tale natura e migliaia di persone sono impiegate al fine di garantire le regole sul nostro sito web, utilizzando le ultime tecnologie per tenere traccia degli oggetti che non dovrebbero essere offerti in venditaâ€.
Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti†ancora una volta emergono le contraddizioni del commercio online, che avendo natura globale ed essendo il crocevia di milioni di transazioni, dimostra come sia difficile il controllo di ciò che viene scambiato.
Nel caso in questione è stata consentito il mercimonio della Shoah, uno dei momenti più atroci della storia per il quale non può essere neanche lontanamente permessa una mercificazione come se fossero oggetti di una qualsiasi collezione scambiabili tra privati.
Ci auguriamo, quindi, che non accadano più fatti del genere ed invitiamo Ebay, che realizza miliardi di utili all’anno nel mondo intero, ad incrementare la vigilanza sul proprio portale.