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Made in Italy, boom di sequestri di articoli taroccati

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Da anni lo “Sportello dei Diritti” si batte per la tutela del “Made in Italy” e contro la contraffazione che costituisce una piaga che ha contribuito, e non poco, alla crisi produttiva del Nostro Paese.

Tanto più che dai primi dati che giungono dalle varie statistiche di polizia e dalle autorità amministrative e doganali, il numero di sequestri di merce contraffatta è aumentato nel 2013 rispetto all’anno scorso e con l’arrivo delle feste il fenomeno aumenterà.

La tendenza all’acquisto del “falso” si sta diffondendo sempre più tra i privati, complice il proliferare di siti internet che offrono molti prodotti imitati. Gli oggetti che vanno per la maggiore sono articoli di pelletteria delle grandi marche (borse, scarpe, cinture, portachiavi), accessori di abbigliamento così come oggetti di elettronica per l’intrattenimento e orologi di lusso.

Ed è in particolare al moltiplicarsi dell’offerta su internet che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si sofferma per mettere in guardia i potenziali acquirenti.

Basti ricordare che se da una parte i truffatori responsabili delle falsificazioni ed i venditori rischino una condanna penale, anche gli acquirenti sono soggetti a pesanti sanzioni e a risarcimenti civili da parte delle aziende vittima delle contraffazioni.

È vero, che i destinatari degli acquisti online non sono penalmente perseguibili, ma se non rinunciano all’oggetto, vanno incontro ad ulteriori spese legali e possono esser citati in giudizio in sede civile oltreché a pesanti multe da parte delle autorità amministrative e tributarie che dovessero accertare gli illeciti.

Acquistare un articolo con marchio contraffatto è, infatti, un illecito amministrativo per il quale le sanzioni previste vanno dai 100 ai 7.000 euro. E non c’è alcuna differenza se l’acquisto viene fatto in strada, in un negozio o su internet.

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