“La necessità di preservare la memoria di eventi collettivi porta alla costruzione di monumenti spesso isolati dal contesto quotidiano, a volte ieratici e distanti da chi abita i territori e gli ambiti urbani. Pertanto si propone, a livello concettuale, un monumento diffuso ed integrato nel muto ed asettico tessuto urbano di Cassinoâ€. A parlare è lo stesso Sacco proponendo un monumento di particolare efficacia nel mantenere vivo il ricordo della drammatica storia bellica di Cassino.
“La città di Cassino viene bombardata la prima volta il 10 settembre 1943 e definitivamente distrutta il 15 marzo del 1944. I segni di allora, oltre che nelle macerie, si ritrovano nelle foto aeree militari nella forma di crateri di bombe, ovvero Bomb Holes.
“Il monumento diffuso consiste nell’installazione, nel tessuto urbano, di Memory Holes ovvero, seguendo l’esperienza dei Stolpersteine- Memorie d’inciampo a Roma dell’artista Gunter Demnig, individuare l’ubicazione attuale dei crateri di bomba e distinguerne solo la superficie superiore, a livello stradale, con mattoncini in laterizio. Su di essi saranno incisi: data e luogo del bombardamento e la data dell’installazione: 15.3.1944/15.3.2014
L’ipotesi progettuale presentata prevede anche un suggerimento per il reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione dell’installazione Memory Hole. La scelta del laterizio come materiale ricade nella necessità di autofinanziamento insita nel progetto. Sarà la vendita del Mattone per la Memoria, motivata attraverso una campagna mediatica indirizzata a tutti i cittadini del Cassinate ed alle popolazioni mondiali coinvolte nella Battaglia di Cassino, a finanziare il progetto e a creare i presupposti per la realizzazione di altre idee. Si suggerisce di istituire un concorso di idee internazionale per la realizzazione di quanto presentato. Il coinvolgimento di architetti, ingeneri e/o studi di artisti per la realizzazione dei Memory Holes consentirà di accentrare l’attenzione internazionale su Cassino e sugli eventi celebrativi a settant’anni dalla distruzione. Tale risalto – continua Dante Sacco – soprattutto attraverso il web può consentire anche il finanziamento attraverso il crowd funding, processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per progetti comuni. È un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Il crowdfunding si può riferire a processi di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all’arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all’imprenditoria innovativa e alla ricerca scientificaâ€.