Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
La tecnologia fa passi da gigante nell’industria automobilista ed ormai sta diventando un fatto comune per gran parte delle vetture essere dotate di sistemi elettronici per migliorare le prestazioni del motore, comportamento, comodità … e, in teoria, il livello di sicurezza. Pochi si sono posti però i problemi connessi alla possibilità che qualcuno possa accedervi e manipolarli per modificare la loro programmazione?
PWN. Nel gergo degli hacker quelle tre lettere – che sono una contrazione della parola “pedoneâ€, utilizzato nel campo degli scacchi; Sono usate quando con un pedone si fa “scacco matto†– ossia per indicare il fatto di prendere il controllo di un computer dopo aver aggirato le barriere di sicurezza.
Finora, quel ´sistema´ era stato usato per accedere e prendere possesso di un Server Internet, o di un personal computer ma tuttavia, la crescente sofisticazione dei dispositivi multimediali auto sta mettendo a portata di mano degli hacker una vittima nuova e ´succulenta´: l’auto. e non si tratta di una mera ipotesi.
Recentemente, gli scienziati delle Università di California e di Washington, negli Stati Uniti hanno cercato di prendere il controllo di un veicolo di media gamma tramite l’’hacking’ di ognuno dei modi attraverso i quali un criminale informatico teoricamente potrebbe comunicare con l’auto: si trattava di una Buick Lucerne, anche se tale cifra è aneddotica, poiché i risultati del loro studio sono estrapolati per la stragrande maggioranza dei modelli che vengono venduti oggi. Di conseguenza, essi erano in grado di controllare l’auto in diversi modi.
Il più complesso dei sistemi per accedere era per il tramite della connessione a Internet, ma anche con altri metodi più semplici, come la riproduzione di alcune canzoni registrate su un CD, mentre la musica suona durante una telefonata, o installando un virus sul cellulare del proprietario dell’auto – che era collegato tramite Bluetooth al veicolo. Ma la ricerca non si è fermata lì: hanno scoperto esattamente ciò che è possibile fare una volta “violata†l’auto – e l’hacker ha preso il ‘controllo’-.
E hanno scoperto che si potrebbero, ad esempio, eseguire azioni semplici come l’abbassamento di un finestrino… fino anche a stabilire la direzione di rotazione una singola ruota, la durata della frenata o addirittura fino disabilitare i freni della vettura.
Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Dirittiâ€, le nuove tecnologie introdotte nelle vetture pongono non pochi interrogativi su come cercare di prevenire, nel prossimo futuro, un attacco hacker sulla propria macchina. Dovranno essere le case automobilistiche a creare tutti i meccanismi di sicurezza e protezione per evitare che sprovveduti riescano a forzare i sistemi informatici ed elettronici ed evitare quindi danni ai veicoli ma soprattutto problemi di sicurezza e circolazione stradale.