“L’operazione della Magistratura è importantissima perché torna a lanciare il campanello d’allarme sullo stato di infiltrazione mafiosa che si sta allargando a macchia d’olio in Ciociaria e in tutto il basso Lazio – ha commentato Valentina Romoli, vice presidente e responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio-. Come ha evidenziato la DIA nella Relazione Semestrale del 2012, i reati di usura ed estorsione sono reati cosiddetti ‘spia’ perché sono pratiche illegali che, nelle strategie della criminalità organizzata, costituiscono un potente mezzo di infiltrazione nel tessuto legale. È in questo modo che la malavita riesce ad assumere il reale controllo, se non addirittura la titolarità , di attività imprenditoriali originariamente sane. In questo scenario, emerge sempre più l’urgenza di istituire una Direzione Distrettuale Antimafia nel basso Lazio, per dare un contributo concreto in termini di uomini e mezzi nella lotta contro le illegalità .â€
Stamattina sono stati messi in atto 18 arresti tra la Ciociaria e Caserta con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, usura ed estorsione ai danni di alcuni imprenditori tra Cassino e il basso Lazio. Il gruppo concedeva prestiti agli imprenditori che poi pretendevano, dietro minaccia, molto di più del capitale inizialmente concesso. Tra le persone finite in manette anche la moglie del noto bandito milanese Renato Vallanzasca. La vicenda emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip di Napoli Maria Vittoria Fischini emessa su richiesta del PM della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea Cesare Sirignano. Secondo gli inquirenti l’ex bandito aveva contatti con affiliati al clan Perfetto. Il provvedimento della Magistratura ha portato anche al sequestro di 5 società , bar, ristoranti, beni mobili e immobili degli indagati per un valore di due milioni di euro.