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Assegno di accompagnamento non dovuto, 73 persone denunciate dalla Guardia di Finanza a Cassino

Percepivano l’assegno di accompagnamento per congiunti non autosufficienti, mentre questi erano ricoverati in luoghi di cura e assistiti da strutture della ASL.
Questa è la ragione per cui ben 73 persone della Provincia di Frosinone, dimoranti nell’area del Cassinate, dovranno rispondere dell’accusa di indebita percezione di indennità e saranno chiamate a restituire le somme di cui hanno illecitamente beneficiato.
Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Cassino che, nell’ambito di accertamenti volti a contrastare gli sprechi di denaro pubblico e le indebite percezioni di sovvenzioni dello Stato, ha passato al setaccio diverse centinaia di posizioni, al fine di rilevare se i soggetti beneficiari di indennità di accompagnamento, erogate a favore dei cittadini aventi gravi forme di invalidità, erano contemporaneamente ricoverati presso strutture ospedaliere pubbliche o private, per periodi superiori a trenta giorni, con assistenza a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale.

In tali casi l’indennità non può essere corrisposta ed il beneficiario è obbligato a comunicare la circostanza all’I.N.P.S., per consentirne la sospensione dell’erogazione.
La Guardia di Finanza ha accertato che in 73 casi i percettori dell’assegno di accompagnamento percepivano l’indennità mentre la persona inabile era ricoverata, omettendo di comunicare la circostanza all’INPS, procurandosi così un ingiusto vantaggio e determinando un contestuale danno nei confronti dello Stato.
Ai percettori delle indennità non spettanti sono state contestate le sanzioni amministrative previste e sono state avviate azioni, in collaborazione con l’INPS, per il recupero delle somme illecitamente percepite, tuttora in fase di quantificazione a cura delle Fiamme gialle. In un caso il soggetto beneficiario è stato altresì denunciato all’Autorità Giudiziaria di Cassino.

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