Un pensiero ai due Marò italiani ingiustamente detenuti in India è stato espresso ieri sera nella sede dell’Anmi di Barletta nel corso della cerimonia di conferimento della carica di presidente onorario del Gruppo Barletta a Sebastiano Lavecchia, ex presidente dello stesso Gruppo per circa otto anni. “Siamo uomini delle istituzioni – ha detto il delegato regionale Anmi Mino Laghezza – rispettiamo le scelte del Governo anche se sono state commesse leggerezze. Certamente i due marò, fossero anche colpevoli e da condannare, devono essere giudicati da un tribunale che non è certamente quello indiano”.
Alla nomina ufficiale di ieri sera, ha presenziato l’ammiraglio Giuseppe Ciulli, Consigliere Nazionale Anmi che ha consegnato a Lavecchia l’attestato di Presidenza Onoraria a firma dell’ammiraglio Paolo Pagnottella, presidente nazionale dell’Anmi. Ciulli, ha espresso, così come lo stesso Laghezza e l’attuale presidente ddel Gruppo Vincenzo De gennaro, parole di gratitudine e di apprezzamento per quanto fatto da Lavecchia per l’associazione dei marinai, per l’immagine che ne ha contribuito a costruire e per le sue capacità di tessere e mantenere i rapporti con altre istituzioni portandolo ad essere uno dei gruppi più attivi d’Italia.
Nel suo intervento, il secondo presidente onorario della storia dell’Anmi di Barletta ha ringraziato tutti ma, considerando la presenza anche dell’assessore alle infrastutture demanio del comune pugliese, Francesco Di Palo, ha voluto esternare anche il suo disappunto per quella che lui stesso ritiene una incompiuta dei suoi mandati, quella di non essere riuscito ad ottenere una sede demaniale o comunale che potesse sgravare l’associazione dal pagare l’affitto. Con disappunto ha ricordato come la Capitaneria di Porto ha preferito, in questo, altre associazioni a quella dei Marinai. Una disattenzione verso le associazioni sottolineato anche dal presidente dell’Associazione Nazionale dei Finanzieri Antonio Filaninno, lo stesso che sabato cosegnerà a nome della sua associazione nove defibrillatori ad altrettante associazioni e scuole in una cerimonia che ha visto l’amministrazione comunale impegnata solo nel concedere il teatro.
Nel suo intervento l’assessore ha risposto alle garbate critiche ricordando la sua recente nomina, ma anche il suo impegno per riqualificare e tentare lo sviluppo della parte di Barletta che affaccia sul mare. Una zona, quella litoranea, troppo a lungo dimenticata a causa di uno sviluppo economico cruento degli anni passati che, oggi, si è brutalmente arrestato.
“Bisogna recuperare il rapporto con il mare – ha detto l’assessore – e per farlo è necessaria la collaborazione con la ‘gente di mare’. Il mio impegno è, fin da quando mi sono insediato, di migliorare la Litoranea, ma anche riqualificare strutture come la porta Marina e le mura del Carmine oltre a tutta la zona Portuale. Manca un solo parere per dare seguito al recupero del mercato ittico in modo che possa essere impiegato come una adeguata sede della Capitaneria di Porto e, in quegli spazi, ricavare anche la sede dell’Anmi”. Alle cerimonia di ieri hanno partecipato anche il presidente del Gruppo Anmi di Trani Nunzio Grande e lo storico ed editore Renato Russo. A far respirare la storia militare della marina ci ha pensato il presidente emerito del Gruppo Barlettano, Pasquale Pedico, che nei suoi ricordi ha fatto rivivere momenti eroici fino ad arrivare alla disastrosa gestione dei due Maró prigionieri in India.
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