Decreto ingiuntivo per 600 mila euro al Comune di Frosinone da parte dell’Università di Cassino, ma l’amministrazione del capoluogo non ci sta, impugna l’atto, e il sindaco Nicola Ottaviani attacca il Magnifico Rettore. I soldi che rivendica l’Ateneo Cassinate sono quelli relativi ad un accordo con l’amministrazione comunale che prevedevano, a partire dal 2009, un contributo di 100 mila euro per i tre corsi di laurea che hanno sede nel palazzo dell’ex tribunale di proprietà del Demanio. Da allora, però il contributo non è mai arrivato e l’ateneo li ha pretesi con un decreto ingiuntivo. Il sindaco Ottaviani, in una dura nota stampa, scrive: “Il Rettore Attaianese ignora, sapendo di ignorare, quali siano le necessità dell’offerta formativa universitaria di un capoluogo. Del resto, mi sembra che in questi anni preferisca più fare una lotta sterile contro le istituzioni, che non cercare di far integrare l’Università di Cassino con la zona alta della provincia di Frosinone. La materia della formazione universitaria è una questione molto seria e duole, fino a diventare drammatico e grottesco, rilevare come si arrivi a chiedere 600.000 euro al Comune capoluogo, senza prima aver illustrato gli eventuali benefici apportati al territorio frusinate, basandosi soltanto sulla scorta di una convenzione pastrocchiata, mai approvata dal Consiglio Comunale.
O forse Attaianese dimentica l’ultimo rapporto diffuso e pubblicato da Almalaurea, che ha condotto la consueta indagine annuale sulle facoltà universitarie e sugli esiti occupazionali dei laureati dopo il conseguimento del titolo di studio, secondo la quale l’Università di Cassino ha registrato la peggiore performance tra tutti gli Atenei italiani con un tasso di disoccupazione dei laureati, a tre anni dal conseguimento del titolo di studio, del 25,4%. Interrogato sul motivo di questo poco lusinghiero risultato dal sito controcampus.it, il Rettore, anziché abbozzare una risposta congrua sui motivi di tale fallimento, si è cimentato nello sport italico per eccellenza, ovvero lo scaricabarile, attribuendo la colpa del tutto allo Stato reo di non investire nei giovani.
Per formazione professionale sono abituato esclusivamente a valutare fatti e risultati. E i fatti dicono che l’impegno dell’Università di Cassino su Frosinone è andato progressivamente ridimensionandosi considerato che l’offerta formativa si è drasticamente ridotta nel tempo con la chiusura ingloriosa, ad esempio, del corso di conservazione dei beni culturali e museali.
Promuovere un decreto ingiuntivo contro il Comune di Frosinone per 600.000 euro, scambiando le casse comunali come una sorta di salvadanaio per l’Ateneo cassinate, altro non è che la conferma di una impostazione assolutamente singolare, che si commenta peraltro da sé, sul modo di intendere il profilo della coesione sociale ed istituzionale. Del resto, in Italia le università normalmente danno al territorio molto di più di quel che ricevono, ma, evidentemente, il Rettore Attaianese ignora anche questo.
Noi stiamo lavorando affinché su Frosinone ci sia un’offerta formativa universitaria degna di un capoluogo e di alto livello, con corsi capaci di attrarre studenti del territorio e di fuori provincia. L’esperienza dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone ci insegna che, quando i corsi proposti sono di qualità e ben strutturati, richiamano studenti dai quattro angoli della Terra. La linea da seguire è questa. Se l’Università di Cassino vorrà sposare questa impostazione saremo ben lieti di camminare assieme, altrimenti faremo come a Piacenza dove convivono varie istituzioni universitarie in regime di sana concorrenza e con evidenti ricadute per il territorio in termini di crescita economica, sociale e culturaleâ€.