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L’ombra dei “fusti” interrati a Gaeta. Un testimone racconta: “Nel 1995 ho visto interrare contenitori metallici”

La lunga ombra dei rifiuti pericolosi interrati arriva anche a Gaeta. Il clamore generato dalle dichiarazioni dei pentiti sul grande business che ha arricchito le cosche malavitose negli anni 90, avvelenando interi territori ha convinto chi sa a parlare e a raccontare. Scavi e lavori sospetti che, all’epoca in cui venivano fatti, potevano non avere un senso per i testimoni. Con il senno del poi, però, alla luce di tanti fatti, il senso purtroppo si trova. “Era il 1995 quando, in via Forte, sulla strada per la Polveriera a Gaeta, ricordo di strani lavori durati solo alcuni giorni. Mi accorsi che sulla scarpata sotto la strada, mettevano dei grossi fusti, credo fossero metallici, e poi ricoprivano. Non ho mai capito di che tipo di lavoro si trattasse e che cosa contenessero quei fusti. Da allora, dopo quei lavori che durarono pochissimo, non è mai accaduto nulla. Oggi, sentendo quello che è accaduto altrove, e sapendo che rifiuti tossici potrebbero essere stati interrati anche sul nostro territorio, il sospetto mi è venuto“. Il testimone di quanto accaduto quasi 20 anni fa su un ciglio di via Forte, parla e racconta quanto ha visto ma chiede l’anonimato perché “…non si sa mai. Ho questo dubbio che mi comporta anche problemi di coscienza per non averlo raccontato prima”. La paura di una ritorsione spinge alla prudenza. Di vero c’è che la zona indicata ha una conformazione particolare. Appare chiaro che il trampolino che si affaccia sulla valle piana sottostante è fatto di terreno di riporto, decisamente compatibile con la descrizione fatta dall’uomo, relativamente ai lavori realizzati. Se così fosse, quel trampolino nasconde qualcosa di temibile e, per questo, tutelando la fonte, informeremo le autorità fornendo loro il punto preciso della descrizione.
Er. Am.
ermadei@libero.it

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