Bonifica e rilancio della Valle del Sacco, l’opportunità dei Fondi Europei
23 Marzo 2014Dall’Ufficio stampa Legambiente Lazio riceviamo e pubblichiamo:
Dalla nuova programmazione dei Fondi Europei vanno cercate le risorse necessarie per procedere alla bonifica completa della Valle del Sacco. Questa la ricetta di Legambiente per risollevare un’area dalle grandi potenzialità e dare il via ad un vero rilancio in chiave sostenibile, lanciata durante l’incontro “Bonifica e rilancio della Valle del Saccoâ€.
Sono 117.084 gli ettari ancora da bonificare nel sito della Valle del Sacco. Un’emergenza anche dal punto di vista sanitario, per gli effetti sull’organismo a livello oncologico, endocrinologico, neurologico, metabolico e sulla riproduzione dovuti agli elevati livelli di beta-esaclorocicloesano nel sangue riconducibili all’esposizione ai residui della produzione del lindano nella Valle del Sacco per cui l’Istituto Superiore di Sanità ha raccomandato un follow-up.
Gli 88 scarichi industriali autorizzati che sversano nella valle ben 17 milioni di metri cubi di reflui industriali fanno raggiungere la concentrazione più alta di tutto il territorio laziale. Il problema resta quello di ridurre l’eccessiva pressione industriale che c’è sul corso d’acqua e i suoi affluenti e adeguare quel 32% dei 75 scarichi civili urbani che ancora non risulta depurato.
“In un contesto di grave inquinamento della Valle del Sacco, il declassamento da Sito di Interesse Nazionale a Sito di Interesse Regionale risulta immotivato e ingiusto e per questo abbiamo deciso di portarlo davanti al TAR – dichiara Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio -. Serve il massimo sforzo da parte delle istituzioni per una risoluzione immediata a beneficio della salute di tutti gli abitanti della zona e dell’ambiente, e in questo la Regione Lazio deve continuare nelle strade giuridiche già intraprese al fianco dei cittadini. Tutto per un futuro chiaro e condiviso e la ricerca di una bellezza ritrovata intorno al fiume Sacco.”
Secondo i dati rilevati dalle centraline ARPA, la provincia di Frosinone è la più inquinata anche dal punto di vista della qualità dell’aria e somma ben 463 sforamenti nel complesso nel 2013. Le due centraline del capoluogo ciociaro nel 2013 segnano 112 giorni di superamento dei limiti di legge, nel 2014 già hanno superato i 35 sforamenti consentiti con 42 giorni da gennaio ad oggi.
“C’è bisogno di una moratoria contro qualsiasi nuova ulteriore emissione nociva nella Valle del Sacco fin quando non sarà avviato un nuovo vero processo di riqualificazione del nostro territorio – aggiunge Francesco Raffa coordinatore di Legambiente nella Provincia di Frosinone -. Su queste stesse aree pesa anche un forte inquinamento per la presenza di numerose discariche dismesse e una qualità dell’aria che fa raggiungere alla provincia di Frosinone la maglia nera nel territorio laziale, c’è bisogno di correre nella ricerca della strada corretta dal punto di vista legislativo e facendo rete tra tutte le realtà di cittadinanza attiva che mirano ad una nuova vita per tutto il frusinate, anche per questo sosteniamo la raccolta firme contro il declassamento da Sito di Interesse Nazionale della Valle del Sacco.”