La tragedia di Cannavinelle, nel 62esimo anniversario, monito alla sicurezza sui luoghi di lavoro
29 Marzo 2014Si è ricordato ieri il 62° anniversario della tragedia di Cannavinelle in cui morirono 42 persone e 65 rimasero ferite. Cannavinelle è una località del comune di Mignano Monte Lungo in cui si trova uno degli accessi alla galleria di derivazione della centrale idroelettrica Enel di Montelungo. Gli altri tre sono situati rispettivamente alla Presa Volturno, a Roccapipirozzi (IS) e al Pozzo Piezometrico (CE).
La centrale di Cannavinelle è un impianto di produzione di energia elettrica che utilizza le acque del fiume Volturno sbarrato in località Colle Torcino della piana di Venafro e le restituisce, dopo aver alimentato la centrale di Montemaggiore, nel comune di Rocca D’Evandro, nel fiume Garigliano sul quale sorge poco più avanti la centrale di Suio. I lavori iniziati nel 1949 furono suddivisi in tre macro lotti .
L’intera galleria, compreso il tratto artificiale, ha una lunghezza di oltre quattordici chilometri ed un diametro interno di oltre quattro metri. Cannavinelle, però, è anche il luogo in cui morirono quarantadue lavoratori impegnati nella sua costruzione e sessantacinque rimasero ferite. Per ricordare questo tragico evento ogni anno si svolge una manifestazione che vede protagonisti i comuni interessati da quel tragico evento e che coinvolge anche le scuole della zona.
Erano le 11.15 del 25 marzo del 1952, quando per presunto errore umano, si verificò lo scoppio di circa cento chili di antonite che produsse al’interno della galleria due violente onde d’aria che travolsero uomini, attrezzature e materiali, lasciando una scia di morti, feriti vedove ed orfani impressionante. Quaranta due i morti fra cui anche l’ing. Massimo De Giacomo, da poco laureato e presente in cantiere per acquisire esperienza lavorativa.
L’incidente ebbe rilevanza nazionale, che per numero di caduti è secondo solo a quello del 1916 in una miniera di Casteltermini ( AG ) in cui persero la vita 89 minatori per scoppio di grisou.
Scene strazianti di dolore si presentarono ai primi soccorritori fra cui Vigili del Fuoco di Frosinone, Teano e Cassino, alle organizzazioni politiche, sindacali ed istituzionali accorse sul posto.
Nel frattempo tutta la galleria fu posta sotto sequestro e gli imbocchi presidiati dalle Forze dell’Ordine.
La popolazione di Mignano, già duramente provata dal conflitto mondiale, dovette assistere ad un’ulteriore tragedia, ma partecipò con slancio alle operazioni di soccorso e le amministrazioni comunali succedutesi negli anni, non mai dimenticato quel terribile disastro ed hanno voluto ricordare l’evento coinvolgendo non solo i comuni interessati, ma soprattutto le scolaresche per dimostrare quanto importante sia stata la realizzazione di quella centrale per il territorio e il sacrificio di quei lavoratori.
Ai caduti di Cannavinelle e di Roccapipirozzi il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito il titolo di “Maestri del Lavoro alla Memoriaâ€.
Da quella tragedia furono, inoltre, emanate negli anni 1955 e 1956 due importanti leggi la 547/55 contenente “Norme per la prevenzione degli infortuni sul Lavoro†e la 320/56 “Norme per la prevenzione degli infortuni e l’igiene dei lavori in sotterraneo†.
Ma ogni legge , per quanto buona possa essere, non trova terreno fertile di applicazione se non esiste una forte cultura alla Sicurezza ed alla Prevenzione degli infortuni, questo si può realizzare solo intervenendo sui giovani magari facendone materia di insegnamento nelle scuole. Per questo ogni anno in occasione della commemorazione di quel tragico evento si vogliono coinvolgere gli allievi delle scuole, i futuri lavoratori e cittadini di domani affinché simili tragedie non abbiano più a verificarsi.
Il sacrificio di quei lavoratori rappresenta anche un monito agli addetti ai lavori ed ai datori di lavoro affinché e vengano rispettate le norme sulla sicurezza sul lavoro ed applicati i dispositivi di protezione individuali messi loro a disposizione. Senza questo impegno tragedie come quella di Cannavinelle e quelle che giornalmente si verificano sui luoghi di lavoro, saranno state vane.
F. Pensabene
foto A. Ceccon