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Napolitano a Cassino, “Omaggiare il sacrificio di questa terra e basta calcolare errori dei bombardamenti”

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“Sono qui per rinnovare l’omaggio della Repubblica per un sacrificio terribile che viene riconosciuto a cassino e al territorio. Omaggio per lo straordinario tributo di fatica e di sangue con cui combattero per liberazione di Italia e europa. Anche a distanza di 70 anni nella memoria di qualsiasi donna o uomo nato qui è impressa la storia terribile che deve essere tramandata alle nuove generazioni. Memoria che deve servire per ricordare l’rrazionalità della guerra. Il tema non può essere su chi ha aveva ragione, se è stato un errore o meno bombardare l’abbazia ma va considerato il fine che è stato raggiunto”. Ha citato il sacrificio degli eserciti stranieri tra i quali i polacchi con la voce interrotta dalla commozione. Io stesso ho subito i bombardamenti su napoli e che sapevamo che quello era il prezzo da pagare per liberarci dal nazifascismo e per questo accogliemmo quelle bombe come liberatrici”. Una pace che è sempre a rischio e ha citato il Medio Oriente e l’Ucraina.
“Dire cassino significa dire Montecassino e la storia d’Italia non può prescindere dall’abbazia e la storia d’Italia non può prescindere dalle vicende che accaddero su queste terre”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Petrarcone ricordando i 4 mesi di combattimento per lo sfondamento della linea Gustav, e gli errori degli alleati nel bombardare e distruggere l’abbazia e, soprattutto, i 1800 i caduti tra i civili.
“Un bombardamento di 8 ore con tonnellate di bombe sganciate fino al 23 marzo quando i tedeschi ritirarono ma continuarono le sofferenze. Quando gli sfollati tornarono trovarono solo macerie e sofferenza. Si guardò a cassino come un segno di morte e fu la gente a dimostrare che si poteva rinascere. Chiesero ed il mondo rispose, ma le sofferenze furono tante e tra queste anche la malaria che fu vinta con tanti sforzi”.
Ha ricordato Gaetano Di Biasio nominato dalla prefettura, amministratore della città e primo sindaco di Cassino eletto, Pier Carlo Restagno che mise in atto una serie di provvedimenti che diedero l’input per far ripartire l’economia della città che conserva cimiteri militari stranieri che testimoniano gli orrori e che danno messaggio di fratellanza.
Ha poi ricordato la crisi che stringe intorno ai presidi industriali e dell’indotto commerciale, “il calo dei redditi e l’aumento della disoccupazione non ci deve scoraggiare considerando il nostro passato. La politica torni a impegnarsi per la gente cosí come si fece dopo la distruzione, serve, signor presidente, una nuova classe di leader e una politica che non si chiuda a difesa dei privilegi”.
Foto alberto ceccon

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