C’erano anche molti ragazzi e bambini alla “Marcia della memoria†Domenica 6 Aprile a Ceccano quando, a partire dalla mattinata, una nutrita rappresentanza della comunità ha marciato silenziosamente per non dimenticare gli orrori della guerra che settant’anni fa sconvolse il cuore della città fabraterna con un bombardamento rimasto tra le ferite più dolorose della storia della popolazione fabraterna.
L’importanza dell’evento, che ha ottenuto il patrocinio della Regione Lazio, è stata anche sottolineata dalla presenza alla cerimonia religiosa del Prefetto Emilia Zarrilli. Un evento partecipato quindi quello della “Marcia della memoria†e che rientra nel crono programma studiato dall’Amministrazione comunale per un anno di celebrazioni dedicate alla ricorrenza del 70° bombardamento nel corso della seconda guerra mondiale.
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Ad infoltire le file del corteo anche i rappresentanti delle associazioni del territorio: dall’Avis al centro sociale anziani, passando per l’associazione Fabraterni, Gam, a Orizzonti e Pro.Loco.
“La Marcia della memoriaâ€, articolatasi nel corso di cinque km, ha visto la partecipazione di padre Antonio Mannara, parroco di Santa Maria a Fiume e Padre Stanislao Tozzi parroco della Badia per i quali l’evento ha simboleggiato anche l’unità pastorale tra la Badia e Santa Maria a Fiume.
La marcia di cinque km si è articolata infatti dalla Badia dei padri passionisti, che ha ospitato tra le sue mura gli sfollati Ceccanesi durante il secondo conflitto mondiale, al Santuario di Santa Maria a Fiume, caduto nel 1944 sotto le bombe degli aerei alleati.
> Ha dichiarato il vicesindaco Maurizio Cerroni in prima fila accanto al sindaco Maliziola.
Altro momento suggestivo e di raccoglimento è stata la cerimonia religiosa celebrata alle 11 e a seguire la mostra fotografica con la proiezione di un filmato d’epoca in cui è stata ripresa la comunità di Ceccano subito dopo lo choc del bombardamento. Immagini forti che hanno permesso di vedere nelle immagini in bianco e nero la furia della guerra che è andata a complicare ulteriormente uno stato di povertà ed indigenza della comunità fabraterna