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Una settimana di ricerche nel Liri a Sora, ma nessuna traccia del corpo di Grossi

Una settimana di ricerche e, del corpo di Mario Grossi, nessuna traccia. Il ritrovamento del 79enne preso a botte da due suoi vicini di casa, ucciso e gettato nel fiume liri a Sora, resta oggetto di ricerche da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco che da domenica scorsa, stanno scandagliando i fondali del fiume, dalla zona Compre, dove è avvenuto il delitto, fino al primo sbarramento del fiume oltre al quale, è ragionevole pensare, che il corpo non possa essere andato. In questi giorni le ricerche si sono spiente anche fuiori dal fiume, ipotizzando che l’uomo, seppur ferito, possa essere riuscito dal fiume per morire tra la vegetazione. Ricerche inutili come inutile è stata la prova del tronco, cioè gettare un tronco dello stesso peso e delle stesse dimensioni di Grossi, dal punto in cui l’uomo è stato gettato, per vedere dove lo spingeva la corrente. Tentativi vani, anche perché Il tronco, non aveva gli stivali di plastica che indossava invece Grossi, i quali, una volta riempiti d’ancqua, lo hanno certamente spinto sul fondo. Anche le basse temperature delle acque del Liri non aiutano le ricerche. A quelle temperature, infatti, il processo di decomposizione, quello che permette ai corpi di risalire in superfice, è notevolmente rallentato. Le ricerche, però, non cesseranno fino a che il corpo non sarà ritrovato. Dall’esame, infatti dipenderà anche l’evoluzione giudiziaria della vicenda che vede in carcere a Cassino, accusati di omicidio volontario A. P. , 48 anni e S.C. 52 anni, inchiodati inizialmente da una testimone che li ha visti uccidere l’uomo a botte per poi occultarne il cadavere, e dalla confessione fornita in seguito da uno dei due.

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