“Guerriglia in città â€, questo il titolo con cui aprirono le prime pagine dei quotidiani locali per descrivere quanto accaduto a Frosinone il 22 dicembre scorso dopo la partita Frosinone-Perugia.
L’arbitro fischia il fine gara e comincia la fase del deflusso.
Proprio in questo momento un centinaio di tifosi ospiti, con il chiaro intento di venire a contatto con i locali, tentano di scavalcare il cancello di sbarramento che separa le aree destinate alle opposte tifoserie.
Il cordone di sicurezza attivato dalle Forze di Polizia riesce a contenere gli ultras perugini che, travisati ed armati di oggetti contundenti, lanciano bottiglie e petardi contro i poliziotti per cercare di sfondare lo sbarramento.
Sei poliziotti feriti.
Parte la carovana dei 900 tifosi ospiti, ma durante il percorso, tre pullman si fermano e scendono alcuni tifosi di “fascia c†che cercano di aggredire i passanti e lanciano oggetti contro le auto in sosta.
La situazione viene rapidamente riportata alla normalità dai poliziotti di scorta che riescono a garantire l’ingresso in A1.
Ferite e danneggiamenti: questo il bilancio di quella giornata sportiva.
Partono le indagini della Digos per dare un nome ed un volto agli autori delle violenze.
Vengono ricostruite tutte le fasi dell’evento e visionate attentamente le immagini registrate dalla Polizia Scientifica attraverso le quali emergono i dettagli di quei comportamenti illegittimi.
Gli elementi acquisiti, confrontati con quelli raccolti dalla Digos di Perugia, delineano il quadro delle responsabilità .
Partono le perquisizioni domiciliari eseguite questa mattina dal personale della Digos di Frosinone, diretta dal vice questore aggiunto dott. Cristiano Bertolotti, in collaborazione con i colleghi della Questura di Perugia.
Diciassette i tifosi perugini denunciati, sedici dei quali residenti in provincia di Perugia ed uno in provincia di Firenze, che dovranno ora rispondere di “lancio o utilizzo di materiale pericolosoâ€, “violenza, resistenza minaccia a Pubblico Ufficialeâ€, “lesioni personali gravi a Pubblico Ufficiale in servizio di ordine pubblico†tutti aggravati per aver utilizzato mezzi atti a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona.
Nei loro confronti adottati anche provvedimenti Daspo.
L’attività investigativa conclusa ha consentito di identificare e riconoscere le responsabilità di quella parte malata del “tifo†che con la propria condotta rischia di svilire un sano spirito agonistico in una inqualificabile contrapposizione fisica.