“Non siamo certo insensibili all’eco dello sconforto accorato che risuona nel cassinate per la insostenibile situazione in cui versa il locale ospedale Santa Scolastica per la recente chiusura o ‘sofferenza’ di reparti cardine quali Gastroenterologia, Pediatria, Nido, Ostetricia, Ortopedia e Anestesiologia. Senza inutili clamori, ma con senso di responsabilità , abbiamo profuso l’impegno e le energie di tutta l’Amministrazione, a partire dal primo cittadino, in difesa dei diritti, ma anche contemporaneamente nell’individuazione di soluzioni. Eppure ancora oggi al di là delle deroghe concesse, dello scorrimento delle graduatorie e delle lunghe attese, è ai cittadini di Cassino che si chiede il sacrificio della salute. Non è più tollerabile, anche perché contrasta con il buon senso e con l’etica, la chiusura o la sofferenza dei succitati reparti, mentre si mantengono in attività doppioni tra ospedali che distano tra loro qualche timido chilometro.
Al contrario i nostri cittadini sono costretti, magari di notte, a compierne non uno, ma 50 anche per una semplice consulenza; almeno due donne al giorno vanno ormai a partorire, statistiche alla mano, a Sora o Frosinone. Non si può più ignorare che Cassino per distribuzione geografica sia la seconda città della provincia e che quindi per la realtà del suo territorio, per il corollario di comuni limitrofi, per la presenza di Università e Fiat, per la distanza anche dai primi ospedali del casertano, debba reclamare un servizio sanitario non inferiore a quello del capoluogo di provincia. Nel corso di diversi incontri avuti con la manager, la professoressa Mastrobuono, abbiamo avuto la netta sensazione non solo delle sue indiscutibili qualità , ma anche della sua buona volontà di intraprendere un percorso di decisioni coraggiose ed allo stesso tempo logiche ed etiche, oltre che ‘economiche’, nell’interesse generale e non certo inclini al particolarismo o al favoritismo.
Allo stesso modo, ma spero di sbagliarmi, le sue buone intenzioni si scontrano con pressioni politiche campanilistiche volte a contrastare il bene comune. La verità nascosta che deve emergere è che i vertici aziendali devono essere liberi di operare tagli o accorpamenti ove la logica territoriale, economica, etica ed umana lo richiedano e ciò implica una catarsi che la politica deve avere il coraggio di compiere. Una catarsi che non ‘vede’ territori di voto, ma territorio di salute, non tessere elettorali, ma tessere sanitarie. La politica che dice di essere diversa dimostri di aver operato tale cambiamento, tale opera di elevazione di intenti, agendo in nome di entità come saggezza, salute e soluzioni.†È quanto emerge in una nota a firma dell’assessore alla sanità del Comune di Cassino Stefania Di Russo.