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Biologa romana alleva farfalle e organizza mostre per sensibilizzare al rispetto degli insetti

E’ una biologa e ha un sogno nel cassetto: realizzare una casa delle farfalle autoctone. Eleonora Alescio, 32 anni, siciliana di origini ma romana di adozioni, laureata all’università di Tor Vergata ha la passione per la natura ma in particolare per gli insetti più colorati tanto che li segue fin da quando sono bruchi, in tutti i passaggi, fino al primo volo, organizzando importanti mostre oltre che in Sicilia anche a Roma. L’ultima esperienza si è conclusa a giugno, si tratta di una mostra “Farfalle & Co.” durata un anno all’interno del Bio Parco di Roma. “Sarebbe dovuta durare qualche mese, ma il successo di pubblico ha fatto scattare diverse proroghe”. Dichiara l’allevatrice di farfalle. “Ho cominciato con un bruco trovato durante la passeggiata in un parco e mi sono chiesta che farfalla sarebbe diventata. In quel periodo stavo studiando zoologia, era primavera, ho preso quel bruco e l’ho portato a casa pensando che la sua trasformazione in farfalla fosse una cosa semplice. In realtà ho scoperto un mondo affascinante. Ho scoperto che per stabilire in quale specie di farfalla sarebbe trasformato quel bruco, c’era da fare un attento studio. Interagendo poi con persone più preparate sull’argomento mi sono appassionata a questo mondo”.
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Ha scoperto che quello era un bruco di macaone, una delle specie di farfalle italiane più belle. “Ho assistito ad ogni sua trasformazione, da bruco aveva bocca, zampine e si muoveva goffamente, poi con una prima muta è diventato crisalide, un piccolo involucro appeso ad un rametto. All’interno di quella piccola sacca è avvenuta la trasformazione più evidente e dopo circa tre settimane da quando l’avevo trovato, le zampine hanno rotto l’involucro dalla quale, molto lentamente e cautamente, è uscita la farfalla, un insetto completamente diverso dal bruco che esisteva appena pochi giorni prima. E’ stato emozionante, e lo è ogni volta che assisto alla fase della farfalla appena uscita dalla crisalide, che spiega le ali per la prima volta, aspetta qualche minuto per farle asciugare e poi comincia volare”.

Quella passione, ben presto è diventata anche lavoro e, soprattutto, quasi una missione, quella di sensibilizzare la gente al rispetto per la natura e alla consapevolezza che tante specie di farfalle e altri insetti, stanno scomparendo a causa della coltivazione intensiva per la quale abbiamo tolto dai campi tante piantine considerate inutile per la nostra alimentazione che però costituivano l’alimentazione di tante specie di bruchi. Ma non solo. “La gente va sensibilizzata al rispetto di ogni specie animale ed è un messaggio che serve più di quanto non lo si pensi. Infatti a nessuno verrebbe in mente di schiacciare una farfalla, ma destino ben diverso attende molti bruchi, eppure si tratta della stessa specie. Inoltre insegniamo ai bambini e ai loro genitori che tutti possiamo fare qualcosa per contribuire alla salvaguardia di questi insetti sia nelle campagne, tornando a piantare il corbezzolo delle cui foglie i bruchi sono tanto golosi, ma anche in città facendo crescere sui balconi fiori colorati sui quali, tutti gli insetti, e non solo le farfalle, si posano per raccogliere il nettare. Ecco perché realizzare all’interno di una città una casa di farfalle autoctone in modo che la gente possa riscoprire la bellezza di questo insetto e imparare a rispettare anche le forme di vita più piccole”.

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