Tremila arresti, 16mila persone denunciate e 6mila proposte di fogli di via obbligatori sono l’estrema sintesi del bilancio delle attività del comando provinciale dei carabinieri di Frosinone nei quattro anni della gestione del colonnello Antonio Menga. L’ufficiale, dal 25 agosto, lascia il suo incarico per ricoprire l’incarico di Capo Ufficio Addestramenti e Studi presso la Scuola Ufficiali Carabinieri in Roma. A sostituirlo, a partire dalla stessa data, sarà il colonnello Giuseppe Tuccio. Nel corso dell’incontro con la stampa molti sono stati i riferimenti a problematiche ambientali, ma anche le preoccupazioni per alcuni casi di furti in villa, in tutto tre, avvenuti nel nord della provincia che preoccupano ma su ci l’ufficiale dice: “Ci stiamo lavorando e sono certo che a breve troveremo i responsabili così come abbiamo gia fatto in alcune circostanzeâ€. Uno spaccato professionale positivo quello vissuto in Ciociaria dal colonnello Menga il quale rimarca la perfetta sintonia con i vertici delle altre forze dell’ordine con le quali, ha detto l’ufficiale, si sono strette amicizie che vanno anche oltre il rapporto professionale e che ha permesso alla provincia di Frosinone di essere considerata quella più sicura della Regione Lazio in una classifica stilata considerando il rapporto tra numero di abitanti e numero di reati commessi. Quattro anni in cui il colonnello Menga, forte della sua esperienza nel Noe, ha dato vigore alle indagini di tipo ambientale, prestando ascolto e attenzione alle segnalazioni della gente e delle tante associazioni ambientali del territorio. Una attenzione mantenuta alta anche in considerazione dei temuti sversamenti illeciti di rifiuti tossici fatti da organizzazioni malavitose, ma anche perseguendo reati ambientali convenzionali. “Abbiamo svolto nei quattro anni circa 500 ispezioni insieme a Noe e Arpa denunciando centinaia di persone e individuando un gran numero di discariche abusiveâ€. Tra i ricordi più dolorosi la perdita, due anni fa, del capitano Adolfo Grimaldi, comandante della compagnia di Cassino, ucciso da un malore mentre stava seguendo un corso a Roma per l’avanzamento di grado. “Era una persona a me cara alla quale volevo molto beneâ€. Restano insoluti casi ormai decennali come quello di Serena Mollicone la 18enne uccisa ad Arce nel giugno del 2001 i cui responsabili non sono ancora stati trovati. “Purtroppo, pur impiegando ogni risorsa a disposizione, non siamo riusciti a rispondere ai familiari che chiedono giustiziaâ€.
Er. Amedei