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Smantellata a Roma raffineria clandestina di cocaina

Nella cornice di una calda stagione autunnale, continua, implacabilmente, la mietitura di trafficanti e spacciatori da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale Roma. Grazie allo sviluppo degli elementi appresi in sede aeroportuale, i militari del Gruppo Fiumicino hanno individuato, nella periferia est della Capitale, in zona Marco Simone, all’interno di un opificio adibito alla lavorazione di metalli, una raffineria clandestina di sostanze stupefacenti. L’immediata perquisizione del locale e dei presenti ha confermato i già forti sospetti sul sito, permettendo di rinvenire Kg. 3,270 di cocaina, gr. 510 di sostanza da taglio (mannite) e numerosi strumenti atti alla trasformazione, taglio e confezionamento dello stupefacente per il successivo spaccio (bilance di precisione, pressa, fornelletti, solventi e diluenti). I quattro trafficanti – due venezuelani, un dominicano naturalizzato olandese, il “chimico” del gruppo, ed una ecuadoriana – sono stati tratti in arresto ed associati alle carceri di Rebibbia femminile e Regina Coeli. Quasi contestualmente, all’interno dell’aerostazione, è stata intercettata ed arrestata, proveniente da San Paolo (Brasile), una cittadina portoghese con 17 chili di cocaina occultati, oltre che in polvere, nel doppiofondo del bagaglio, anche in forma liquida, imbevendo tre giubbotti e cinque borse, da cui la sostanza sarebbe, poi, stata recuperata con un laborioso processo chimico. Una volta individuato il destinatario, i Finanzieri hanno immediatamente fatto irruzione in un appartamento della periferia di Roma, riuscendo, così, ad impedirne la fuga. Il cittadino italiano – trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa, munizioni, cellulari e SIM card e due paralizzatori elettrici, i cc.dd. “taser”, usati come dissuasori per difesa personale – è stato arrestato ed associato, assieme alla complice, al carcere di Civitavecchia. Altra recentissima operazione riguarda l’azzeramento del patrimonio di una organizzazione criminale, che, con il traffico internazionale di cocaina, aveva accumulato un’ingente fortuna visibilmente sproporzionata con i risibili redditi dichiarati dai singoli associati. Dopo l’arresto dei sette componenti della banda ed il sequestro di oltre un quintale di “polvere bianca”, i Finanzieri del Gruppo di Fiumicino hanno, quindi, avviato le indagini bancarie e patrimoniali, passando al setaccio migliaia di transazioni finanziarie e svelando una fitta rete di operazioni e negozi preordinati a schermare l’effettiva titolarità dei beni, mobili ed immobili, tutti fittiziamente intestati a “teste di legno” compiacenti. I complessi approfondimenti patrimoniali hanno confermato come gli ingenti profitti dell’attività criminale fossero stati, sistematicamente ed efficacemente, investiti in depositi bancari e nell’acquisto, tra Roma e Bergamo, di 12 prestigiose unità immobiliari; 20 automezzi – tra cui Mercedes, BMW e Audi – e 2 aziende, operanti nel settore del trasporto su strada e dell’intermediazione immobiliare, per un valore complessivo superiore a 4 milioni di euro. Gli elementi così raccolti hanno consentito alla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma di ottenere dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale della Capitale l’”aggressione” di tutti i beni risultati nella disponibilità dei malviventi. Dall’inizio dell’anno sono già quasi 3 le tonnellate di droga sequestrate dalle Fiamme Gialle romane, di cui oltre 210 chili di cocaina. Ben 470 sono le persone denunciate e 190 quelle arrestate.

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