La discarica di via Le Lame a Frosinone è stata sequestrata questa mattina su disposizione del tribunale di Frosinone. A porre i sigilli sono stati i carabinieri del reparto operativo del comando Provinciale. Il provvedimento trae spunto da analisi effettuate dall’Arpa Lazio sulle falde acquifere della zona e da una consulenza della Procura secondo cui le acque sarebbero inquinate da metalli pesanti tra cui allumini, ferro, manganese bario, nichel e piombo “in quantità notevolmente superiore – si legge in una nota della procura – definiti nelle concentrazioni soglia di Contaminazione normalmente previsti per le acque sotterrane, determinando così l’avvelenamento delle predette acque, potenzialmente destinabili, in via diretta o indiretta, al consumo umanoâ€. La discarica chiusa da anni, è di proprietà comunale ma gestita dalla Società Saf, l’ente provinciale a capitale misto che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Quattro sono gli indagati, l’ex presidente della Saf Cesare Fardelli, un tecnico della stessa Saf e due tecnici comunali che dovranno rispondere di avvelenamento colposo di acqua. Nella perizia il tecnico avrebbe ricondotto l’inizio del versamento di percolato nel sottosuolo a partire dal 2006. L’acqua in questione “sia pure non attualmente destinate al consumo, – si legge nella nota della Procura a firma del procuratore capo Giuseppe De Falco – potrebbero esserlo, previo eventuale trattamento, e possono comunque essere già attualmente utilizzate per l’irrigazione, così andando di fatto ad incidere su terreni agricoli e, quindi, indirettamente sui prodotti destinati all’alimentazione che da tali terreni possono ricavarsiâ€. Si legge anche: “La situazione di concreto pericolo riscontrata è palese, grave e attualissima ed impone dunque l’adozione sollecita delle necessarie operazioni di bonifica, fino ad oggi del tutto omesseâ€.