Venerdì 19 dicembre 2014, alle ore 17,00 avrà luogo l’apertura della stagione espositiva del Cassino Museo Arte Contemporanea 2014-1015. Il nuovo ciclo di attività si apre con le mostre personali di Pino Spagnulo “Canzone di Fuoco†e Turi Simeti “Rilieviâ€.
I due eventi, pur distinti tra loro, si apriranno al pubblico in ambienti adiacenti del Museo, osservando ciascuno un distinto allestimento rispondente al disegno critico curato da Bruno Corà .
La mostra delle sculture in acciaio di Spagnulo avrà luogo negli ambienti situati nel primo grande volume del Museo, appena superata l’ampia sala-vestibolo nel quale, peraltro, saranno presenti alcune opere della Collezione Permanente, mai esposte sino ad ora. Di Pino Spagnulo è stato scelto un nucleo di opere storiche e alcune creazioni più recenti, a partire dagli anni Settanta fino al 2012. Tra esse figurano Ferro spezzato, 1969, Paesaggi, 1977-2012, Archeologia, 1990, tutte creazioni che hanno contribuito a determinare i momenti salienti della produzione plastica di Spagnulo. Accanto a tali opere, altre non meno significative completano lo scelto repertorio presente in mostra.
La titanica azione dello scultore Spagnulo che da anni si misura con grandi volumi d’acciaio mediante l’impiego del fuoco e la formazione di opere in cui taluni elementari gesti, dominando la gravità della materia, la accompagnano mirabilmente ad assumere aspetti di equilibrata ed essenziale tensione, si rende palese proprio in queste opere, nelle quali, oltretutto, il colore della materia acciaiosa e quello delle tracce della fiamma su di essa ne esalta la fragranza plastica.
In queste stesse settimane ha luogo a Verona, nella Galleria dello Scudo la mostra personale di Spagnulo che esporrà un significativo ciclo di terrecotte inedite.
Nel vasto ambiente attiguo a quello dove sono situate le opere di Spagnulo, si snoda la mostra di “Rilievi†di Turi Simeti. Le diverse superfici delle opere pittoriche realizzate da Simeti attraverso la sagomatura della tela protesa da forme ovali che la pongono in tensione, si articolano sulle pareti del museo fornendo un’occasione preziosa di osservazione dell’opera del pittore siciliano, giunto alla maturità artistica, dopo il grande riconoscimento che sta ottenendo in Italia e all’estero.
L’artista, che ha iniziato il suo percorso a Roma negli anni 1958-60 espone superfici monocrome elaborate con una o più forme che conferiscono alle opere una spazialità inscrivibile nell’arco di esperienze che hanno segnato la poetica spazialista e materica avviata da Fontana e Burri e sviluppatasi con “Azimuth†di Castellani e Manzoni, nonché i gruppi europei Zero e Nul con cui Simeti ha pur collaborato in più occasioni.
Le opere in mostra, circa venti, scelte tra gli anni Sessanta e il 2014, consentono di prendere visione degli aspetti più significativi dell’arte di questo artista che la critica annovera tra i ‘maestri’ apparsi sulla scena artistica sin dagli anni Sessanta.
Spagnulo e Simeti, entrambi attivi da anni a Milano con differenti cifre plastiche dimostrano la tenuta di differenti percorsi estetici coerenti e di una rigorosa ricerca giunta alla piena affermazione.