Gli italiani lasciano la Libia, gli uomini dell’Isis arrivano fin sulla costa del Mediterraneo da dove ogni giorno centinaia di disperati partono per raggiungere le nostre coste, riuscendoci, e la notizia non sembra realmente interessare nessuno. Giornali e telegiornali nazionali continuano a titolare su Sanremo mentre, dal presidente del Consiglio, a qualche suo ministro, solo qualche timida presa di posizione con la quale si assicura che non si farà nulla fino a quando l’Onu non avrà deciso se intervenire o meno. Insomma, l’unica nostra speranza è che il Mediterraneo ci protegga più di quanto non ci protegge lo Stato.
Purtroppo ce lo dobbiamo dire, cinquecento chilometri di mare, tutt’altro che inviolabili, non sono una difesa sufficiente per salvarci da sortite di invasati dell’Isis. Troppe le possibilità che hanno per tentare un colpo a sorpresa, magari proprio contro i nostri uomini della Capitaneria che si stanno prodigando per salvare migranti. Basterebbe che alcuni di loro si facessero passare per disperati del mare per attirare in trappola i nostri militari. Vogliamo sperare che cambiano almeno i protocolli di avvicinamento delle motovedette ai barconi.
Er. Amedei