di Max Latempa
Nel disastrato mondo dell’edilizia, uno dei settori più duramente colpiti dalla crisi con migliaia di imprese sul lastrico a causa della mancanza di commesse o dei mancati e ritardati pagamenti degli enti pubblici, uno sfogo importante ha rappresentato certamente la ricostruzione de L’ Aquila.
La città rasa al suolo dal sisma del 2009, dopo quattro anni di buio, da circa un anno ha visto finalmente partire centinaia di cantieri che, oltre che dare una speranza di veloce rinascita alla comunità , ha anche dato concretamente impulso all’economia della zona.
Dal 2014 i soldi messi a disposizione dal CIPE ammontano a circa 6,5 miliardi di euro. Soldi che ci sono e che sono materialmente disponibili, già ripartiti ed assegnati ai consorzi creatisi tra i soggetti aventi diritto, privati e pubblici. Ci sono voluti due anni di perizie e di incartamenti. Poi sono arrivate finalmente le imprese con operai, camion, betoniere, gru e quant’ altro. Uno spettacolo impressionante per operosità , carico di rivalsa sulla tragedia che ha messo in ginocchio il capoluogo abruzzese.
Ma dopo qualche mese di rosee previsioni ecco il granello di sabbia che blocca l’ ingranaggio perfetto e che conferma che l’ Italia è un paese dove neanche più San Tommaso avrebbe le sue proverbiali certezze.
La macchina burocratica che deve controllare i lavori eseguiti ed effettuare i pagamenti è stata affidata alla Abbruzzo Engineering, società nata nel 2006 allo scopo di abbattere il “digital divide” nelle zone interne dell’Abruzzo, per volontà dell’allora presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, in accordo con Pierfrancesco Guarguaglini, allora presidente di Finmeccanica, e Stefania Pezzopane, oggi senatrice del Pd e all’epoca presidente della Provincia.
Personaggi inquisiti, indagati o alla ribalta della cronaca rosa.
Dal 23 dicembre la Abbruzzo Engineering, a causa della scadenza della convenzione, ha mandato in cassa integrazione oltre un centinaio di dipendenti che si occupavano di gestire le pratiche dei pagamenti alle imprese e tutto il meccanismo si è fermato.
A gennaio nessuna impresa ha potuto incassare i soldi degli stati d’avanzamento per i lavori effettuati. E così andrà a finire pure la scadenza di febbraio.
La convenzione non è stata rinnovata perché, secondo l’ultima Legge di Stabilità , i fondi trovati per le questioni riguardanti l’assistenza tecnica per la ricostruzione del cratere sismico, necessitano di una delibera Cipe che ancora non viene emanata. Si tratta dell’ 1% dei 6,5 miliardi disponibili.
E mentre i politici sguazzano nella propria incapacità , centinaia di imprese con migliaia di operai e la popolazione martoriata dell’ Aquila tutta, aspettano increduli ed esasperati.