Al giudice andava una percentuale dei compensi che, in sede di giudizio, lo stesso giudice riconosceva ai consulenti. La storia di malagiustizia arriva da Latina dove, questa mattina, sono state eseguite otto ordinanze di arresti di cui quattro ai domiciliari eseguiti dalla
Squadra Mobile di Latina su ordine del gip del tribunale pontino e di quello di Perugia. Tra i colpiti dalle misure cautelari anche un magistrato ed un cancelliere, entrambi in servizio presso il Tribunale di Latina, alcuni professionisti ed un sottufficiale della Guardia di Finanza.
Corruzione, corruzione in atti giudiziari, concussione, induzione indebita a dare o promettere denaro od altra utilità , turbativa d’asta, falso e rivelazione di segreto nonché accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico aggravato dalla circostanza di rivestire la qualità di pubblico ufficiale sono i reati contestati a vario titolo agli otto indagati. Ad innescare le indagini è stata la denuncia presentata presso la procura di Latina in merito ad una bancarotta nell’ambito di un concordato preventivo.
Le indagini avrebbero accertato come i consulenti nominati dal giudice nelle singole procedure concorsuali, abitualmente corrispondevano a quest’ultimo una percentuale dei compensi a loro liquidati dal giudice stesso.
Il filone di indagine ha permesso anche di disvelare altri illeciti sullo svolgimento delle aste disposte dal Tribunale di Latina per la vendita di beni oggetto di liquidazione.
Reiterate attività di accesso abusivo al sistema informatico del Registro Generale della Procura della Repubblica di Latina venivano effettuate per consentire ad alcuni soggetti sottoposti ad indagine di poter eludere le attività investigative a loro carico, attraverso la conoscenza di dati coperti da segreto istruttorio. Un sistema che aveva permesso di accumulare beni e soldi per un milione di euro su cui si stanno svolgendo indagini patrimoniali finalizzate al sequestro.