Una strage meno conosciuta ma non per questo dimenticata. Nel novembre del 1943 in località Cerrete e Fuossera a San Pietro Infine per futili motivi 19 civili morirono sotto le raffiche di mitra del sesto reggimento paracadutisti della prima divisione tedesca. Per questo ieri mattina l’amministrazione comunale di San Pietro Infine e in particolare il sindaco Giuseppe Vecchiarino e l’assessore Giovanni Nardelli hanno voluto ricordare il sangue versato dai cittadini di San Pietro Infine con l’inaugurazione di una lapide alla presenza del sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano e delle autorità militari e civili e di Monsignor Lucio Marandola che ha benedetto la lapide e letto la poesia del professore Antonio Vacca scritta durante la prigionia in Africa. La cerimonia ha avuto luogo in località Cerrete Fuossera dopo il consiglio comunale che ha dato la cittadinanza onoraria al sottosegretario Alfano.
“La tragedia immane della seconda guerra mondiale pervade ancora le nostre coscienze e le nosrte identità anche in un contesto storico mutato a 70 anni di distanza – ha detto il sindaco Vecchiarino – nel novembre del 1943 su queste montagne e in questa valle un gruppo di civili inermi divenne oggetto della brutalità più cieca ed efferata o meglio di una brutalità gratuita, quella che ancora oggi definimao la strage delle Cerrete. Non fu una rappresaglia calcolata come tante altre stragi compiute nella seconda guerra mondiale. Ancora oggi non sono ben chiari i motivi che spinsero questi criminali ad uccidere alla cieca quasi 20 persone, mariti, mogli, figli. Oggi costoro ancora non risultano individuati. Una strage minore, che non ebbe all’epoca grande clamore e non fu seguita da un’indagine processuale finalizzata ad identificare e punire i responsabili. Il tempo è passato e pensare o sperare anche solo di conoscere i nomi degli autori è ormai un’utopia. Ciò che possiamo fare è ricordare da oggi in poi con questa semplice e discreta lapide che consegna il loro sacrificio alla libertà e alla democrazia della nostra comunità e della nostra nazione”.
“I simboli presenti questa mattina – ha detto il sottosegretario Alfano – dimostrano che siamo consapevoli del contributo che ha dato la storia a questo paese e che ha saputo non solo ricordare i 19 caduti che sono già stati ricordati col conferimento della medaglia al merito civile ma che continuano però nella loro attività di essere una terra di cui essere orgogliosi”.
Ant. Nard.