Ambientalisti contro l’ordinanza sindacale di abbattimento cinghiali a Sant’Elia Fiumerapido
23 Maggio 2015Da Salvatore Avella di Fare Verde riceivmao e pubblichiamo:
Che i cinghiali (Sus scrofa) non sono animali aggressivi e non sono pericolosi lo sanno tutti: sono animali che si nutrono prevalentemente di bulbi, radici e frutta e non aggrediscono l’uomo. Anzi, come tutti gli animali selvatici lo temono ed evitano. L’unico vero pericolo per la nostra incolumità è determinato dal rischio di incidenti stradali, soprattutto notturni, legati ad incontri con i cinghiali. Ma se i limiti di velocità all’interno del comprensorio venissero rispettati, nemmeno questo sarebbe un vero problema. I cinghiali sono prevalentemente notturni o crepuscolari, soprattutto in zone fortemente antropizzate. E’ più facile incontrarli di notte, quando si spostano in cerca di cibo. La sottospecie di cinghiale che possiamo osservare in questa zona, come in gran parte dell’Italia, non è quella originaria della nostra penisola, ma è stata introdotta a scopo venatorio dall’Ungheria. Questi cinghiali hanno dimensioni maggiori, si riproducono più spesso della sottospecie italiana e hanno determinato la quasi totale scomparsa di quest’ultima. Hanno un tasso di riproduzione annuo che varia dal 120% al 200%, raggiungendo in alcuni casi favorevoli anche il 300%. Stanno quindi causando seri problemi dal punto di vista ecologico e anche agricolo, visto che spesso si nutrono nei campi coltivati. Il cinghiale tende a riprodursi di più non appena se ne diminuisce il numero degli esemplari presenti in un habitat, quando cioè si liberano nuove “nicchie trofiche†(aree di pascolo). In pratica il tasso di natalità è in funzione della quantità di cibo a sua disposizione (perché meno sono gli individui e più cibo è a disposizione sulla stessa superficie). Non ha quindi nessun senso cacciare o eliminare in altro modo gli individui che osserviamo, in quanto verrebbero immediatamente sostituiti da altri. Anche la rimozione dei cinghiali in modo incruento (cattura e traslocazione) non è fattibile perché molto costosa, con efficacia limitata (i cinghiali tornerebbero o verrebbero rimpiazzati da altri) e inattuabile dal punto di vista legale (essendo considerata una specie nociva, non è possibile liberare i cinghiali catturati in zone naturali o tantomeno agricole). L’esperienza dimostra che l’unica soluzione per impedire ai cinghiali di penetrare nel comprensorio sarebbe quella di utilizzare recinzioni elettrificate a basso voltaggio anti-cinghiale. I cinghiali non sono animali pericolosi per l’uomo. Lo dimostrano principalmente l’evidenza e le statistiche: non ci sono casi documentati di ferimenti o danneggiamento di persone da parte dei cinghiali, al contrario esistono diversi casi documentati di incidenti di caccia. Da questo punto di vista la pratica della caccia è più pericolosa degli animali che vuole eliminare. Non sussiste alcun motivo valido per sparare ai cinghiali, se non quello di accontentare momentaneamente pochi cittadini insofferenti, incapaci di adattarsi ad una realtà naturalistica, per fortuna ancora presente. Considerando poi che la stagione venatoria ha inizio il 21 settembre 2014 e termina il 31 gennaio 2015 compresi, che soluzioni come l’abbattimento e la caccia (“braccata”) sono da considerarsi non idonei alla soluzione definitiva, che la caccia non sembra un rimedio efficace per contrastare i danni dei cinghiali all’agricoltura, anzi, attraverso la perdita della sincronizzazione dell’estro e l’aumento della fecondità , potrebbe essere considerata come una causa dei danni stessi. Metodi alternativi, quali recinzioni elettriche e foraggiamento dissuasivo, sembrano al contrario molto efficaci. Ricordiamo – commenta Avella di Fare Verde Onlus – che in data 10 settembre 2014 è stato istituito a Cassino un tavolo tecnico composta da: Parco degli Aurunci, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Provinciale, Comune di Cassino e Associazioni ambientaliste allo scopo di sviluppare idonee strategie di contenimento e gestione del suide sia in aree protette e non, e soprattutto per censire il numero degli ungulati nel nostro territorio. Per questo motivo abbiamo scritto al sindaco di Sant’Elia Fiumerapido, al Prefetto di Frosinone, al Comando di Polizia Provinciale e al Corpo Forestale dello Stato affinché revochi immediatamente l’ordinanza di abbattimento dei cinghiali, in attesa di un censimento della popolazione dell’animale. In mancanza verranno prese tutte le misure di legge del caso.
Salvatore Avella
Fare Verde
Cari ambientalisti dovreste mettervi d’accordo tra di Voi per poter essere credibili. I vostri colleghi ambientalisti a capo del Parco nazionale dell’arcipelago toscano non sono d’accordo col dire che “è inattuabile dal punto di vista legale la cattura con i chiusini” anzi è la prassi che loro attuano ogni anno, pagando una ditta con più di centomila euro all’anno di soldi pubblici per prendere 1.200 cinghiali l’anno, non solo, la stessa ditta che prende questi bei soldoni dal parco rivende questi cinghiali o li lancia nella propria riserva per essere uccisi da cacciatori snob e danarosi che li pagano fior di quattrini (un cinghiale di circa 70 kg circa 700 euro) guadagnandoci DUE volte. Ripeto, gli ambientalisti per essere credibili devono pensarla tutti allo stesso modo su un dato problema, altrimenti rischiano di suscitare solo sorrisi di compassione. Saluti dall’Elba I.C.