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Cassino e la Grande Guerra. In ricordo di Guido Mascioli, dal Ginnasio al fronte Libico

Chi sono gli “eroi” della Grande Guerra? Come andarono al fronte, che cosa pensavano, come venivano raccontati le loro gesta e le loro azioni? A Cassino oltre al bersagliere-ciclista Enrico Toti, di padre Cassinate, pochi sono i nomi che tornano alla memoria. In tante famiglie si conservano le croci dell’Ordine di Vittorio Veneto. I racconti di allora sfumano e prendono forma negli stessi scenari che solo Ungaretti riuscì con coraggio ad incidere in versi scarni, affamati e drammatici. Ma non vi è una memoria collettiva che possa indicare i nomi e le facce di quei ragazzi che scelsero la guerra e per primi, dal risorgimento, tesserono la trama della nostra Nazione. Tutto ciò ci riporta indietro, ad una Italia disunita, post unitaria, fatta di Italiani differenti e distanti gli uni dagli altri. Tra quei soldati ve ne era uno di Cassino e si chiamava Guido Mascioli,classe 1894, di carattere svelto, virtuoso e gentile e che diede prova di eroismo e coraggio tanto da meritare la medaglia d’argento.

Ci va di sfogliare familiarmente una sua foto, un ritaglio di giornale ed il certificato di nascita. Facciamo questo per avvicinare quel giovane, in foto e con l’orgoglio della medaglia al petto, a noi, ai nostri giorni soprattutto perchè tra un pò passerà nella nostra città la staffetta organizzata dall’Esercito per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale. Lo scenario e la strada sono ancora quelle di Guido Mascioli che nel 1912 volle abbandonare il ginnasio per la Guerra di Libia. Il nome di Cassino è in quei documenti ed oggi, a cent’anni dalla fine della madre di tutte le tragedie mondiali, Cassino sente la necessità di avere un familiare da ricordare.

Abbiamo scelto Guido così come si sceglie un amico, scorrendo gli archivi e soffermandoci senza chiedercelo. Guido Mascioli ci suggerisce una sola cosa: tanti sono stati i soldati italiani nati a Cassino e troppi sono caduti nella Prima Guerra Mondiale! Una guerra che non ha attraversato l’Italia lasciando macerie, come lo è stata la Seconda Guerra Mondiale, ma ha falcidiato 1240000 vite e annulato altrettante speranze in ogni singolo comune d’Italia. Forse per consolazione e con l’assoluzione che solo la storia sa dare, dobbiamo stringere a noi l’essenza di quella guerra di cent’anni fa che fu la prima e forse la sola grande azione di unità nazionale.
GrEg

Foto Museo del Risorgimento

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