Purtroppo o dannatamente le esigenze divengono il pretesto per arrestare quelle poche e sacrosante opportunità che ha una città di provincia che scivola verso il baratro della inattaccabile consuetudine invece di ascendere al picco del vero e reale cambiamento. Nulla va tolto alle esigenze di quelli che richiedevano che le azioni in corso in una piazza della città di Cassino venissero rimodulate. Niente da eccepire se il senso della piazza potesse essere altro dalle idee di tecnici d’ufficio. Ma non si deve, o meglio non si dovrebbe, mai pensare che in una città e nelle sue piazze vi siano solo i padroni di casa ed i diretti interessati. Mi spiego meglio. Se una piazza è dell’intera collettività – residente e non … viva gli ospiti! –  e in tale piazza ad oggi vi accadevano cose non del tutto lecite e mai direttamente arginate, allora la stessa collettività precedentemente assente oggi dovrebbe restare in silenzio ed aspettare, per poi giustamente parlare qualora gl’interventi in oggetto potessero risultare spiacevoli e dannosi per la collettività stessa. Ma ad oggi, le chiacchiere di piazza, le voci di sacrestia e qualche spiffero dal palazzo comunale sembrano che raccontassero di un intervento di completa miglioria, pedonalizzazione, creazione area verde e parco giochi per bambini. Un intervento unico a Cassino, un atto di coraggio urbanistico che non va snaturato. Pensare la città di oggi deve necessariamente essere pensare una città a misura di uomo e di bambino. L’idea di un isola urbana slegata dallo stress del parking a ore ( sia per le vetture che per i piccoli di uomo), ove sostare anche per il dolce far nulla all’ombra dei platani, è semplicemente BELLA! Potrebbe essere BELLA una serata lungo i vialetti, potrebbe essere BELLO ascoltare il mormorio dei cittadini fondersi con le urla gioiose e gioconde dei bambini. Bambini che giocano dinanzi una chiesa, bambini liberi di esser bambini. Del resto qualcuno al di sopra del tempo ci suggerì una delle frasi più belle della storia dell’uomo: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite …
GrEg