La Scuola spalle al muro, la riforma “far west” espone alla criminalitÃ
21 Maggio 2015di Max Latempa
Scuole in mano alla malavita, presidi minacciati o conniventi, professori taglieggiati o furbetti in grado di scegliersi l’istituto migliore a due passi da casa. E’ questo lo scenario possibile e molto probabile che determinerà la riforma del Governo Renzi sulla scuola italiana.
Il disegno di legge è stato approvato alla Camera ed andrà ora al Senato mentre il mondo della scuola è sul piede di guerra con scioperi e blocco degli scrutini in vista.
Il pomo della discordia è l’articolo relativo ai super poteri affidati ai Presidi.
Mentre, fino ad oggi, gli organici delle scuole erano formati dal Provveditorato in base ai punteggi delle graduatorie, con la nuova legge saranno i Presidi a scegliersi i professori sulla base dei curricula presentati. Avranno quindi un potere discrezionale mai visto prima nel settore del pubblico impiego.
Gli insegnanti saranno tutti assunti ma il luogo di lavoro sarà scelto dai Presidi i quali,  ogni tre anni,  avranno facoltà di riconfermarlo o meno.
Ci sono professori che da venti anni accumulano punteggio per avvicinarsi a casa e per essere assegnati definitivamente in una scuola, la tanto sudata stabilità di impiego e di vita.
Ora questa legge azzera tutto e riporta tutti sullo stesso piano. Anni di sacrifici, viaggi e competenze annullati a vantaggio del prescelto da un Preside che, secondo la visione idilliaca di  Renzi, dovrebbe essere un buon amministratore della cosa pubblica ed agire nel mero interesse degli studenti.
Purtroppo però, visto che siamo in Italia e conosciamo bene il nostro Paese, Matteo Renzi ci dovrebbe dire quali sono gli esempi di buona amministrazione pubblica che hanno ispirato questa mistica visione, dato che siamo messi molto male dappertutto, con scandali, corruzione e ruberie all’ ordine del giorno.
Andrà a finire così: i professori faranno a gara per raccomandarsi al Preside della scuola ambita e fioccheranno bustarelle, favori di varia natura, voti di scambio e via dicendo. In molte zone d’ Italia la malavita si impossesserà della discrezionalità del Preside ed imporrà gli organici alle scuole, dietro compensi e taglieggiamenti agli stessi professori, magari con una pistola puntata in faccia proprio ai Presidi. Nelle scuole degradate di periferia nessuno presenterà i curricula o, se lo faranno, sarà perché avranno esclusivamente un interesse geografico o attinente alla nullafacenza. Nelle scuole più ricche o dove si lavora meglio, il Preside avrà un potere ricattatorio nei confronti dei professori che dovranno “guadagnarsi†ogni tre anni la  riconferma.
Tutto questo mette alla berlina la classe degli insegnanti, cioè la categoria più importante del pubblico impiego, quelli che hanno il compito e la responsabilità di formare le future generazioni degli italiani. Cioè i pastori degli agnellini che saranno poi le pecore di Renzi?
Infine il fatto più incredibile. Il testo della legge, prima di arrivare alla Camera, è stato scritto e discusso in Commissione Cultura del Parlamento, il cui Presidente è Giancarlo Galan, agli arresti domiciliari reo confesso di corruzione per milioni di euro di tangenti.
Ora una domanda sorge spontanea: vista la crisi del commercio, il calo dell’ edilizia ed il probabile ridimensionamento dell’ immigrazione di massa, bisognava trovare una nuova categoria da sottoporre al pizzo?