Una città è fatta di strade, monumenti, palazzi, case e vite. Queste vite ogni mattina partecipano al collegiale moto della giornata condividendo fatica, fastidi e sapori. Infatti una città , per esser tale, deve esser fatta anche di quegli aspetti immateriali che prendono forma e sostanza da ciò che si mangia. E Cassino, per tanti se non quasi per tutti i Cassinati, ha sempre avuto un sapore unico che sapeva regalare sazia allegria e serena certezza. Questo sapore prendeva forma dalle mani di Antonio D’Agostino, per tutti, dal nome del padre, Carminuccio. I Cassinati, le scolaresche, i preti, i politici, le donne e le madri, i mariti e perfino gli amanti ma anche alcuni disincantati turisti, TUTTI, hanno partecipato al quel silente rituale della pizza rustica da Carminuccio, buona calda ed ottima se fredda! Ognuno porta con se , nei ricordi d’infanzia e di adolescenza, il valore di quel trancio che dava il giusto SPRINT al pomeriggio nebbioso o assolato che fosse; una pizza che sembrava raccontare la mescolanza dei tanti Cassinati e non Cassinati che vivono la città . Ma oggi Tonino ci ha lasciati. Ma ci ha lasciato con quel sorriso fatto di farina ed impasti, con i suoi capelli bianchi e l’eleganza che solo in un film in bianco e nero si poteva trovare. Era un artigiano fiero che scrutava dal sua bancone, come dal cassero d’una nave, la città che si svegliava e piano s’addormentava. Era il familiare d’ogni passante, era la scommessa della giornata. Mancherà il suo servizio e la sua maestria, Ciao “Carminù” e grazie d’ogni singolo momento di rustico piacere!
GrEg