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Avvocato ucciso a Formia, il fratello della vittima: “Uccisione di Mario, messaggio per il sindaco”

Mentre gli investigatori continuano ad indagare a 360 gradi, sull’uccisione dell’avvocato Mario Piccolino i formiani sembrano non avere dubbi sul fatto che i mandanti del sicario siano da ricercare nella camorra o, comunque, nella malavita organizzata. Al funerale di oggi, Marco Piccolino, fratello della vittima, è stato esplicito nel sostenere che l’uccisione di Mario fosse un avvertimento per il sindaco. “Sandro è esposto, molto, esposto. – ha detto Marco Piccolino riferendosi a Sandro Bartolomeo sindaco di Formia al termine del funerale – Il colpo che ha ucciso mio fratello è un avvertimento a quello che questa amministrazione sta facendo per invertite una rotta. Quindi stategli vicino”. Parole che in molti pensano e che lo stesso sindaco non nega.


“C’é anche questo come significato” dichiara il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo. “Qui tutti sanno che uccidere Mario era come uccidere me. Mario si rendeva conto che le cose che scriveva erano pericolose. Gli dissi mettiamo porta un po’ piu consistente e lui mi rispondeva ‘se mi vogliono uccidere lo fanno lo stesso’. Non era inquadrabile ma era preoccupato. Non pensavo che si arrivasse a questo, temevo qualche schiaffo, ma una uccisione proprio no. Mi sarei rivolto subito al questore.
Adesso la città si è stretta intorno a Mario, ma vuole anche risposte immediate. C’è un fatto imprescindibile, la città è infiltrata da parte di organizzazioni criminali, e dei loro interessi. Alcuni li conosciamo, altri no. Non abbiamo gli anticorpi naturali per vincere questa situazione perche per noi è nuova. Dal dopoguerra ad oggi non si è mai registrata una cosa simile. A questo devono far fronte le istituzioni. Servono controlli e non solo dopo tre giorni dall’uccisione di Piccolini, ma tutti i giorni”. Gli argomenti scottanti che la sua amministyrazioen a toccato e che Mario ha affrontato sul suo blog sono diverse: “Basti pensare ai beni confiscati, alla lotta alle slot machine, ma anche all’urbanistica e al piano regolatore”. Gli chiediamo cosa è cambiato dopo l’omicidio dell’avvocato: “Siamo preoccupati e la comunità è allarmata – risponde – mi auguro che vi sia una presa di coscienza che la violenza c’e e la dobbiamo combattere”. Se fosse vera l’ipotesi della minaccia a lui rivolta significherebbe che la sua stessa persona è in pericolo, gli chiediamo quindi se gli è stata prospettata l’ipotesi di una scorta e se l’ipotesi è presa in considerazione, ci risponde: “Non lo so”.
Ermanno Amedei
Foto Giuseppe Miele

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