Il futuro del reparto di ostetricia ad Alatri, il dg Mastrobuono illustra il perché della Casa della MaternitÃ
9 Luglio 2015Il futuro sul reparto di ostetricia/neonatologia dell’ospedale San Benedetto di Alatri è oggetto di dure polemiche tra la Asl di Frosinone e il territorio. Il Direttore Generale della Asl di Frosinone Isabella Mastrobuono difende il progetto di Casa della Maternità e in una nota spiega: “Come noto, il decreto del Commissario ad Acta della Regione Lazio n. U00368/2014, “â€Attuazione Programmi Operativi 2013-2015 di cui al Decreto del Commissario ad Acta n. U00247/2014: Adozione del documento tecnico inerente: “Riorganizzazione della rete ospedaliera a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Lazioâ€â€, prevede al punto 6 – Rete Perinatale : “Entro il 30 giugno 2015 l’accorpamento della UO ostetrica/neonatologica di Alatri con la rispettiva UO di Frosinone. Nel Presidio ospedaliero di Alatri si mantiene l’attività ostetrica coma Casa di Maternità intraospedaliera (DCA n. U00029/2011)â€.
Tale previsione è stata pienamente confermata nel successivo decreto del Commissario ad Acta della Regione Lazio n. U00412/2014, “â€Rettifica DCA n. U00368/2014 avente ad oggetto “Attuazione Programmi Operativi 2013-2015 di cui al Decreto del Commissario ad Acta n. U00247/2014. Adozione del documento tecnico inerente: “Riorganizzazione della rete ospedaliera a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Lazioâ€â€.
Le previsioni di cui al disposto regionale, sono state pienamente recepite dai successivi atti posti in essere dall’Azienda: Atto Aziendale e Piano Strategico Aziendale adottati con deliberazioni, rispettivamente, n. 270 e n. 380 del 25.03.2015.
Nella presente disamina, non si può non tener conto del consistente contributo fornito al progetto “Casa della Maternità †dalla Fondazione Roma, (finanziamento unico pari a € 403.000,00 per il Presidio Frosinone-Alatri, nell’ambito di un finanziamento complessivo pari a € 898.000,00), alla quale va un doveroso ringraziamento, ed il cui Presidente nei prossimi giorni visiterà gli ambienti oggetto di intervento. Non si può non sottacere come, nell’ambito dei possibili interventi da proporre alla Fondazione, non sia stato privilegiato, per l’alto valore di umanizzazione delle cure, il progetto del San Benedetto. Nell’economia della presente disamina, e nella consapevolezza dell’autorevolezza tecnica e professionale dell’interlocutore, si riportano i requisiti tecnologici e strutturali delle “Casa della Maternità â€, requisiti descritti nel DCA n. 8/2011 (Allegato C).
Ad oggi il progetto della Casa di Maternità Intraospedaliera presenta tutti i requisiti strutturali fatta eccezione per gli arredi previsti nelle varie sale.
Al netto di quanto già presente nella Struttura, le tecnologie che dovranno essere considerate per l’allestimento della stanza travaglio-parto/postparto, secondo il Decreto sono:
- Poltrona Travaglio/Parto;
- Lampada scialitica mobile;
- Orologio contasecondi;
- Rilevatore Battito Cardiaco Fetale;
- Rilevatore della pressione arteriosa incruente per adulti;
- Fasciatoio con vaschetta per lavaggio neonato;
- Culla riscaldate per l’eventuale trasporto;
- Aspiratore;
- Vasca per parto;
- Carrello per rianimazione neonatale.
Oltre alla configurazione minima, si prevede l’istallazione di un cardiotocografo al fine di monitorare la frequenza cardiaca fetale e le contrazioni uterine della partoriente.
Si riporta il valore economico di massima di ogni singola tecnologia.
Secondo la normativa di riferimento, dovranno essere presenti due stanze travaglio-parto/postparto, conseguentemente il costo totale del progetto, compreso di IVA, sarà pari  a € 86.800,00.
Non sfuggirà quanto in essere nella Regione Lazio, così come in altre regioni, relativamente all’adozione di nuovi modelli organizzativi sanitari, tra i quali sono compresi anche forme organizzative innovative per un parto non medicalizzato. Ed è proprio in questo contesto che si va ad inserire la Casa della Maternità presso l’Ospedale di Alatri che è stata progettata anche per garantire il superamento di quella criticità evidenziata dal P.Re.Val.E. (Programma Regionale Valutazione degli Esiti degli Interventi Sanitari) che vede nell’anno 2014, confermato dai dati aziendali per il 2015, percentuali di tagli cesari per il Presidio di Alatri di oltre il 40%, valori assolutamente inaccettabili, tra i più alti a livello nazionale.
Non sfuggirà , parimenti, l’interesse del legislatore nazionale sulla tematica, testimoniato dal recente Ddl sul parto naturale sicuro, già assegnato alla commissione Affari Sociali della Camera, con l’obiettivo di introdurre un nuovo modello clinico organizzativo che consentirebbe
di “ridurre in modo significativo le complicanze materno-feto-neonatali, i conseguenti costi legati ad errori sanitari, collocando la nascita in una sfera di sicurezza da troppo tempo auspicata”.
Nei prossimi giorni si procederà , pertanto, ad una sospensione temporanea dell’attività della struttura, per consentire una serie di lavori strutturali, comunque necessari ed imprescindibili (impianto antincendio, porte REI e compartimentazione), illuminazione e controsoffittatura, nonché adeguamenti tecnologici che restituiranno alla popolazione un reparto all’avanguardia, un punto-nascita profondamente innovativo.
Le neomamme avranno a disposizione un reparto per farle sentire “a casa†e facilitare il parto naturale.  Un reparto protetto che potrà ospitare anche i papà e gli eventuali fratellini del nascituro, e poi vasche per il parto in acqua, area soggiorno, cucina, tisaneria e ludoteca.
Per il nuovo reparto, che la norma prevede a gestione ostetrica, è stato inoltre previsto durante il parto la presenza contestuale del ginecologo (più uno in pronta disponibilità ), dell’anestesista e del neonatologo, per garantire elevati standard di sicurezza.
Questa nuova forma organizzativa, permetterà alle donne sane, con una gravidanza a basso rischio e prese in carico dalle strutture consultoriali aziendali, in sinergia con quelle ospedaliere attraverso un “percorso nascita†codificato, di essere accolte in un ambiente il meno medicalizzato possibile, pur garantendo adeguati standard di sicurezza.
Un parto fisiologico in un contesto accogliente, “a casaâ€, può contribuire a ridurre la percezione del dolore, facilitare la libertà di movimento agevolando l’incontro con il neonato e l’allattamento, nel rispetto dell’appropriatezza e del buon uso delle risorse.
Il “percorso nascita†prosegue anche dopo il parto, con una presa in carico anche nelle prime fasi dell’allattamento, in cui le puerpere sono seguite a domicilio attraverso un Progetto denominato “La Cicogna vola in Ciociariaâ€.
Questo modello di punto nascita è stato già adottato in altri contesti nazionali (a titolo esemplificativo Genova, Firenze e, recentemente, Torino) ed internazionali: in Inghilterra attraverso le midwifery led units, in Francia attraverso le maisons de naissance (con le quali sono iniziati dei contatti preliminari per presentare il modello che si andrà a strutturare), in Svizzera e negli Stati Unitiâ€.