Una storia di talento da una parte e l’emblema di un Paese che vuole dare fiducia al futuro dall’altra. Tutti ricorderanno l’incendio che ha devastato e distrutto, il 4 marzo 2013, la città della scienza a Napoli. Dopo appena due anni è tutto pronto per ricostruire dalle ceneri. La modalità con la quale è stato indetto il bando per selezionare il progetto migliore per la nuova Città della Scienza sul lungomare di Bagnoli è il simbolo di una sfida. Infatti per una volta non servivano titoloni e nemmeno aver già vinto grandi gare d’appalto per partecipare. Stavolta servivano le idee, bastava avere il progetto. Anzi il sogno di una architettura nuova.
Da tutto il mondo hanno aderito giovani professionisti. Nella prima fase, sono stati presentati 98 progetti. E tra loro c’è quello firmato da un gruppo di professionisti del Cassinate, sono Noè Marco Sacchetti, come capogruppo. Emanuela Norcia e Diana Colella con la partecipazione di Gaetano Avitabile, Flavio Trinca, e la società SBG & PARTNERS.
Nei mesi successivi, i giovani architetti hanno atteso con trepidazione la selezione. Arriva la svolta, e i cassinati hanno iniziato ad incrociare le dita. La loro idea architettonica è stata scelta per passare alle ‘semifinali’. In gara, a quel punto, sono rimasti soltanto 15 progetti. Il 7 luglio la commissione ha reso noto il progetto vincente. Gli esperti hanno premiato il lavoro di due giovanissimi architetti appena trentenni. Per i professionisti cassinati è stata lo stesso una grande esperienza ed una importante opportunità . Con il loro progetto hanno sfiorato la vittoria avendo il privilegio di essersi classificati ottavi tra i 15 finalisti provenienti da tutto il mondo. Un’opportunità per mettere alla prova le proprie competenze in un concorso di progettazione che è stata l’occasione per far emergere le idee e i talenti di una nuova generazione di professionisti.
Ant. Nard.