La vicenda di Altino (Ch) e delicata e va trattata con estrema prudenza. La sola ipotesi che un padre possa abusare sessualmente della propria figlia di 8 anni fa rabbrividire ma il procuratore Francesco Menditto, capo della procura di Lanciano e il sostituto procuratore Rosaria Vecchi, però, ritengono che questa sia più di una semplice ipotesi, tanto che hanno chiesto ed ottenuto dal gip del tribunale frentano, la misura cautelare in carcere per il 46enne. Le indagini condotte dal Nucleo Operativo del Comando Compagnia Carabinieri di Atessa, hanno consentito di accertare, anche attraverso attività tecniche, come l’indagato, dall’anno 2014, profittando del suo ruolo di genitore ha portato a compimento condotte sessualmente violente in danno della figlia minore, protrattesi sino alla passata primavera, quando la bambina ha cominciato a mostrare, nel corso delle lezioni scolastiche, frequenti malesseri fisici e disagi psicologici lanciando così il suo grido di aiuto, e inducendo le insegnanti a segnalare l’accaduto a questa Procura. Nel prosieguo delle serrate attività investigative, il il pm Vecchi si è avvalso anche dell’ausilio di CT specializzato in psicologia infantile.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lanciano, Dott. Massimo CANOSA, ha ritenuto sussistente il grave quadro indiziario a carico dell’indagato, applicando allo stesso la misura cautelare più restrittiva poiché unica idonea ad interrompere la convivenza tra l’indagato e la figlia, e proporzionata alla estrema gravità dei fatti, alla negativa personalità dell’indagato, già condannato per reati della stessa indole.