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Camorra, 11 “capelloni” arrestati per omicidio e tentato omicidio

La Polizia di Stato di Napoli sta eseguendo un decreto di Fermo di Indiziato di Delitto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a carico di 11 persone ritenute appartenere alla compagine camorristica facente capo alla famiglia “Buonerba”, detti I Capelloni, storicamente legati alla più nota famiglia “Mazzarella”. Gli indagati, che rispondono a vario titolo dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, omicidio, tentato omicidio e porto e detenzione illegale di armi da fuoco, reati aggravati dal metodo mafioso, negli ultimi mesi nel quartiere Forcella della città, nel tentativo di acquisire spazi per la gestione dei traffici illeciti legati prevalentemente agli stupefacenti ed alle estorsioni, si sono contrapposti con le armi agli esponenti del cartello camorristico rivale facente capo alle famiglie “Sibillo, Giuliano, Brunetti, Amirante” colpite, lo scorso 9 giugno, da un provvedimento cautelare emesso dall’Autorità Giudiziaria a carico di 64 persone. Fermati i mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio di D’Alpino Salvatore e del ferimento di Caldarelli Sabatino consumato lo scorso 30 Luglio nonché gli esecutori materiali del tentato omicidio di Memoli Giuseppe consumato a Napoli lo scorso 9 Agosto.

La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha coordinato la complessa indagine della Squadra Mobile della Questura di Napoli e del Servizio Centrale Operativo ed ha monitorato l’ascesa a Forcella del gruppo camorristico facente capo a Gennaro Buonerba, 23 anni, la dura contrapposizione armata al clan camorristico rivale, in particolare al gruppo facente capo ai fratelli Sibillo, Pasquale ed Emanuele, e la capacità di tessere alleanze con esponenti apicali di clan camorristici confinanti. Destinatario del Fermo, infatti, anche Sequino Salvatore, 41 anni, esponente apicale dell’omonimo clan camorristico operativo nella confinante “Sanità”. In tale accesa dinamica criminale sono stati ricostruiti gravi fatti di sangue e le motivazioni sottese ad essi quale conseguenza dello scontro armato tra il gruppo “Buonerba” e quello facente capo ai fratelli Sibillo e che ha visto il quartiere di Forcella e di Via Oronzio Costa teatro di uno scontro senza esclusione di colpi.

Nel corso delle attività di rintraccio degli indagati destinatari del decreto di Fermo di Indiziato di delitto della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli i poliziotti della Squadra Mobile di Napoli e del Servizio Centrale Operativo hanno rinvenuto e sequestrato nelle abitazioni in uso alla famiglia Buonerba in Via Oronzio Costa a Forcella due ordigni esplosivi artigianali, una pistola, quantitativi di marijuana e cocaina. Le indagini hanno evidenziato, oltre alla particolare pericolosità del gruppo camorristico, un ruolo importante delle donne arrestate, forza attiva del clan. Oltre a Maria Buonerba, 34 anni, sorella del reggente Gennaro, non destinataria del Fermo ma arrestata in flagranza del reato di detenzione di materiale esplodente e detenzione di sostanze stupefacenti, sono destinatarie del provvedimento restrittivo Sibillo Emilia, 38 anni, moglie di Giuseppe Buonerba, attualmente in carcere, capo e promotore dell’odierna organizzazione criminale unitamente al fratello Gennaro, e Buonerba Assunta 29 anni. Sibillo Emilia è ritenuta la mandante, unitamente a Gennaro Buonerba dell’omicidio di D’Alpino Salvatore mentre Buonerba Assunta si ritiene abbia avuto nel medesimo reato il ruolo di “specchiettista” per aver segnalato, con Scafaro Luigi, agli esecutori materiali dell’omicidio, consumato il 30 Luglio 2015 davanti alla Pizzeria Fortuna a Piazza Mancini, la presenza della vittima, descritto il suo abbigliamento ed indicato il momento propizio per intervenire. 

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