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Scandalo Montecassino, sequestrati due appartamenti ai Vittorelli. L’indagine potrebbe allargarsi

Cassino – Sarebbero quasi 600mila euro il valore di soldi e beni sequestrati questa mattina dai finanzieri del nucleo speciale di Polizia Valutaria di Roma ai fratelli Vittorelli, l’ex abate Pietro e Massimo il consulente finanziario. Oltre ai conto correnti bloccati dai finanzieri, vi sarebbero anche due appartamenti a Roma, tutti intestati a Massimo. Le indagini che vedono il benedettino indagato per appropriazione indebita e il consanguineo per riciclaggio, sarebbero iniziate circa un anno e mezzo fa. Il periodo ricadrebbe nel lasso di tempo compreso tra la data delle dimissioni di Vittorelli, nel giugno del 2014 e l’assorbimento della diocesi di Cassino, prima retta dall’abbazia e dallo stesso Vittorelli, ad a vantaggio della diocesi di Sora. Un passaggio che non è consistito solamente nell’aspetto religioso, ma anche in quello economico. Ci sono state casse, come quelle da cui, secondo gli inquirenti, avrebbe attinto Vittorelli, passate di mano. In quella fase, dal Vaticano arrivò anche una sorta di revisori dei conti. Le indagini della Finanza, sarebbero nate, però, da movimenti sospetti su conto correnti aperti a Roma e, per questo, ad indagare è la procura capitolina e le indagini sono tutt’altro che chiuse. Massimo riserbo su un altro aspetto, quello legato a possibili coinvolgimenti giudiziari di altre figure che possono aver agevolato o addirittura beneficiato di quella che sembra essere una truffa alle casse di San Benedetto. Una vicenda che è piovuta su Cassino come un macigno facendo un rumore enorme. Sui social la gente si è scatenata anche in maniera poco elegante. Le voci su presunte attività illecite dell’ex abate si rincorrevano da tempo ma tacciate per malignità. Spetterà ai Finanzieri dire se sono hanno un senso o meno.

Ermanno Amedei

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