di Max Latempa
Dall’Italia – Mentre Matteo Renzi  girava il mondo, andando a visitare lo stadio del Boca Juniors, ottenendo il tanto ambito regalo (la maglia di Tevez) o facendo da testimonial per questa o quella multinazionale come un venditore di pentole, il Parlamento italiano è stato impegnato per oltre due mesi nella discussione della legge sulle unioni civili.
Stralciata l’aberrazione dell’adozione dei figli di uno dei due partner omosessuali da parte dell’ altro, si va ora verso l’approvazione di una normale legge che disciplina un rapporto tra due persone dello stesso sesso.
Due mesi di battaglia parlamentare per approvare una cosa ovvia (solo al Senato, alla Camera si vedrà ) e che riguarda meno del 2% della popolazione.
Per non far capire nulla agli italiani, hanno usato ovviamente dei paroloni inglesi, cioè Step-child adoption, perché alla sinistra italiana sembra figo e perché di sinistra non c’è proprio più nulla. Una cosa già vista con operazioni tipo spending review, spread, foreign fighters, bail in e bail out, turnover, governance e welfare.
Insomma il nostro governo pensa di stare in Inghilterra, peccato che gli italiani non stiano come gli inglesi.
E mentre siamo volutamente distratti da queste sciocchezze, nessuno ci racconta di quel che sta succedendo ad alto livello, con le decisioni e gli accordi che vengono presi  tra Bruxelles e Washington e che cambieranno per sempre il nostro modo di vivere, probabilmente in peggio.
Entro il 2016, infatti,  si concluderà la trattativa tra Usa e Ue sul Ttip, l’ accordo transatlantico per il commercio e gli investimenti e che mira all’ omogeneizzazione delle regole sui prodotti alimentari, salute e diversi altri settori e che permetterà la creazione di un’ area di libero scambio tra le due realtà .
Tenendo presente che in America le lobby delle multinazionali sono legali e che pertanto a Washington spadroneggiano imponendo i loro interessi (armi, cibo spazzatura, ogm, sicurezza ambientale ecc.)  e che, sui temi di salute pubblica e cultura alimentare, l’ Italia e parte dell’ Europa hanno una legislazione migliore, immaginiamo i possibili scenari post accordo.
Partiamo innanzitutto dal presupposto che, da un po’ di tempo, anche a Bruxelles le lobby operano come se stessero in America, anche se non dichiaratamente, perché  sono solo classificate come gruppi di pressione. Ma è chiaro che molte delle decisioni di questi anni sono state prese, dalla Commissione e dal Parlamento, nell’ interesse esclusivo delle multinazionali e non dei cittadini (etichettature carenti, delocalizzazioni, import selvaggio, immigrazione, quote latte).
Il professore Roberto De Vogli, dell’ Università della California, ha preparato uno studio in merito.
Da un accordo Usa-Ue ci dobbiamo purtroppo aspettare, in cambio dell’aumento del nostro export, un’ invasione di prodotti massificati e di scarsa qualità e di una serie di comportamenti e procedure che metteranno fine alla nostra idea di stato sociale. Il rischio è innanzitutto una progressiva privatizzazione della sanità , con l’omogeneizzazione delle regole dei brevetti sui farmaci. Probabile il rincaro dei medicinali che in Usa sono poco accessibili a tutti. Addirittura si potrebbe verificare che alcune multinazionali potranno citare i governi che approvano leggi molto restrittive per salvaguardare la salute dei propri cittadini nel settore dell’alcol e del tabacco. Philip Morris ha citato Uruguay ed Australia che avevano sottoscritto l’ accordo ISDS ma che avevano emanato leggi per stampare avvertimenti espliciti sui pacchetti di sigarette (cosa che in Europa avviene da anni).
In America è permesso il fracking, cioè la pratica dell’estrazione del petrolio tramite la frantumazione delle rocce introducendo nel sottosuolo acqua ad altissima pressione. I danni ambientali sono potenzialmente devastanti, come insegna il disastro della piattaforma BP nel golfo del Messico. In Europa è vietato ma, dietro grosse pressioni di società americane che detengono la tecnologia necessaria,  alcune licenze a scopo di studio erano state rilasciate negli anni scorsi. Una di queste fu sviluppata a Meldola e poco dopo ci fu il terremoto della Pianura Padana con del fango grigio che misteriosamente affiorava dal sottosuolo.
Le multinazionali spingeranno per introdurre in Europa anche gli OGM (negli USA non è obbligatorio neanche indicarlo sull’ etichetta),  l’ uso massiccio degli antibiotici negli allevamenti e l’ igienizzazione chimica del pollo, pratiche non permesse da noi. Il cibo spazzatura senza regole porterà l’aumento del diabete e dell’obesità , fattori già riscontrati in Canada, Messico e Regno Unito, paesi che hanno già sottoscritto con gli Usa accordi simili.
La pratica lobbistica è innanzitutto una minaccia per la democrazia. E checchè se ne dica, l’ America ha sempre avuto un deficit di democrazia più ampio del nostro. Solo che, noi europei, con la creazione di quest’ Europa fatta di Commissione, Consiglio d’ Europa e Parlamento Europeo abbiamo eguagliato in un paio di decenni il triste primato ed ora, noi cittadini, abbiamo perso il concetto di rappresentanza diretta. Non abbiamo votato Juncker, non abbiamo votato Schulz, non abbiamo votato neanche Renzi. Ma sono loro che ci comandano.
Juncker, Presidente della Commissione, in particolar modo è sempre stato benevolo nei confronti delle multinazionali, aprendo il suo Lussemburgo alla Amazon, per esempio, e favorendogli un trattamento fiscale veramente ridicolo.
E queste persone dovrebbero garantire la salvaguardia dei nostri diritti, acquisiti con anni di battaglie sociali, al tavolo della contrattazione con i politici americani gestiti dalle lobby?
Come andrà a finire? Probabilmente come in Cina, dove le multinazionali comandano e il governo comunista risiede a Pechino, da quest’ anno la città col più alto numero di multimiliardari del mondo. E dove la gente non ha alcun diritto.
Nel frattempo le nostre eccellenze alimentari, il cibo sano con cui siamo cresciuti da generazioni, volerà negli States a beneficio di qualche milione di ricchi consumatori che potranno permetterselo. Se il cibo è di qualità non è dozzinale. Dunque la dieta mediterranea, in virtù dei ricavi maggiori, sarà tutta impegnata nell’ export. Ed alla stragrande maggioranza degli italiani (ceto medio e ceto basso) rimarranno gli hamburger di Mc Donald’s e la pasta fatta con le farine ogm. E’ già successo con il latte, con le multinazionali europee che detengono il 98% della produzione e che ora ci fanno bere quello che vogliono.