Attentato terroristico in Belgio, per terra non sono rimasti nè Re né generali
23 Marzo 2016di Max Latempa
Hanno riempito di immigrati clandestini le nostre città , i nostri borghi, finanche le baite sulle alpi.
Hanno impiegato uomini e mezzi e speso miliardi per andare addirittura a prendere in mare i profughi che stavano violando la legge.
Hanno banchettato e stretto la mano a monarchi assolutisti ed emiri vari che spendono soldi a palate per islamizzare il mondo e per foraggiare gruppi estremisti.
Hanno permesso che l’ idea della civiltà multietnica diventasse un dogma, come se prima ci fosse stato solo il nulla.
Hanno colpevolmente dimenticato che da mille anni lo scontro di civiltà è insanabile perché si tratta di vivere la vita e la libertà con criteri totalmente opposti. Roncisvalle e le Crociate, Vienna e Navarino. I Saraceni. Gli stolti non sanno che la storia insegna e si ripete.
Hanno pianto in TV ed anche questa volta hanno tenuto i loro pomposi discorsi sulla democrazia in pericolo e sulla risposta ferma che bisogna dare dopo l’ennesimo attentato di matrice islamica nel cuore dell’Europa.
Hanno fatto capire che non possono risolvere subito un problema di così vasta portata, che ci vorranno anni.
Hanno detto che in questi momenti i cittadini debbono stringersi intorno alle istituzioni, cioè a loro.
Sono morte ancora una volta tante persone innocenti. Persone che andavano al lavoro, che prendevano l’ aereo o la metro, persone come tutti noi. I soldatini del ventunesimo secolo che si immolano per Re e generali.
Le bombe questa volta sono arrivate fino a Bruxelles, nel cuore dell’elefante corrotto e malato.
Sono morti i soldatini che viaggiavano ignari nei vagoni di una metro che doveva essere fermata già da un’ora, dopo la prima bomba all’aeroporto.
Mentre anche questa volta a terra non ci sono né Re nè generali.