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Vincenzo Boni, campione paralimpico di nuoto, verso l’avventura di Rio, si racconta a Il Punto a mezzogiorno

Cassino – Il Campionato Nazionale di marcia che, per la terza volta, si è svolto a Cassino oggi, in una cornice di pubblico e di atleti eccezionale, oltre quattrocento, in una giornata primaverile ha avuto un testimonial eccezionale il campione paralimpico di nuoto Vincenzo Boni. Vincenzo è un napoletano doc, nato alle falde del Vesuvio, vive nel cuore della città partenopea da sempre e tifa fortemente per il Napoli che segue anche allo stadio. Ha una vita sociale molto attiva tra Università, ormai ad un passo dalla laurea in sociologia, una fidanzata, amici ed interessi vari, come tutti i ragazzi della sua età, che condivide con la sua grande passione per il nuoto, sport in cui ha conquistato il titolo di campione italiano nei 50, 100 e 200 stile, vice campione mondiale 50 dorso e argento ai mondiali e due bronzi nei 50 stile e nei 200 dorso. Da oltre due anni ha iniziato l’attività agonistica, con risultati di prestigio che gli sono valsi la convocazione in Nazionale Paralimpica. Ora attende la qualificazione per le prossime Paralimpiadi di Rio ad agosto prossimo, ma che per ragioni scaramantiche, evita di nominare in attesa dei risultati agonistici che gli permettano di staccare il biglietto per l’avventura brasiliana. Lo abbiamo incontrato e ci ha rilasciato questa intervista in esclusiva.

Questa sarà la tua prima olimpiade cosa si prova a far parte della Nazionale?
“E’ un’emozione grandissima, è il sogno di ogni atleta quello di gareggiare per i colori del proprio Paese, per noi che gareggiamo in una Olimpiade ‘speciale’ è ancora più emozionante”.
Qual è il tuo sogno nel cassetto, e cosa speri di ottenere a Rio?
“Per tutti gli atleti che partecipano ad una competizione come le Olimpiadi il sogno è quello di poter cantare l’inno nazionale mentre si innalza la bandiera del proprio Paese. A Rio spero di poter far parte della squadra, in primo luogo, per questo devo puntare a dei risultati che mi permettano di essere competitivo, anche se so che sarà dura, ma il mio impegno sarà allo stesso modo massimo”.
Fuori dalla vasca chi è Vincenzo Boni, quali sono le tue altre passioni, le difficoltà che incontri nella vita di tutti i giorni?
“Vincenzo Boni è una persona normale, come tanti ragazzi della mia età, con tanti sogni, passioni, certo la mia disabilità, come tutte le disabilità, qualche problema lo crea. Il deficit alle mani in particolare mi crea qualche problema. Dover abbottonare una camicia, aprire una bottiglia, usare il coltello. Queste sono le cose che in particolare mi creano dei disagi. Per la deambulazione invece sono sorretto da tutori che tolgo quando sono in vasca spostandomi con la carrozzina. Le difficoltà nel muovermi in città sono molte soprattutto in Italia, rispetto ad altre città europee”.
Quanto ti hanno aiutato lo sport, ed il nuoto in particolare, ad affrontare la disabilità?
“Nuoto da quando avevo all’incirca 7 anni per scopi terapeutici. Il nuoto però è sempre stata una passione grande per me. In acqua ti senti “normale”. È bello vedere che riesci a fare quello che fuori è più complicato o impossibile. È soddisfacente vedere che rendi quanto o meglio di un normodotato”.
Vincenzo Boni è un giovane che ha tutte le carte in regola ed il carattere per diventare presto un campione internazionale, ha capito bene qual è la strada che deve percorrere per arrivare in alto.
F. Pensabene

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