Cassino – Terra di sorgenti di acqua rossa o così sembrerebbe Cassino dato che sono tre le zone, ben distinte l’una dall’altra, sui cui terreni sgorga acqua rossiccia. Diciamolo subito, e senza purtroppo timore di essere smentiti, che certamente non c’è nulla di miracoloso e che il segnale non è buono, anzi, è preoccupante.
La prima “fonte†è già nota a molti: è quella di Nocione, l’area interessata da interramenti di rifiuti e che da un ventennio è al centro di indagini che si aprono e si chiudono senza riuscire purtroppo a far luce sul perché l’acqua dei pozzi e nei fossi della zona sia rossa e inquinata.
Ad alcuni chilometri di distanza, a monte di Nocione, nella località Mulino ai confini tra Sant’Elia Fiumerapido e Cassino in una zona difficile da raggiungere anche per la folta vegetazione, è stato scoperto lo stesso fenomeno se non addirittura ancor più evidente. L’acqua rossiccia scorre in diversi fossi che perimetrano gli appezzamenti di terra alcuni dei quali coltivati.
La distanza da Nocione è tale che da far ritenere i due fenomeni scollati l’uno dall’altro come scollegata per distanza e posizione sembra essere anche la terza “fonteâ€. L’ultimo caso di acqua rossa è stata segnalato dalla proprietaria di un terreno in località Sferracavalli non molto lontano dall’Olivella. Anche in questo caso nel fossato ai margini della proprietà della donna scorre acqua dal colore innaturale. Gli ambientalisti Edoardo Grossi e Salvatore Avella hanno informato la guardia di Finanza che già si era occupata di Nocione. Raggiunti telefonicamente gli ambientalisti ci hanno risposto che su richiesta degli investigatori non possono intervenire pubblicamente sull’argomento. La guardia di Finanza, data la pertinenza dell’argomento, hanno segnalato la vicenda al Corpo Forestale di Cassino e all’Arpa Lazio. Gli esami diranno se le fonti di acqua rossa a Cassino sono naturali, miracolose o cos’altro.
Ermanno Amedei
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