Dall’Ufficio stampa del candidato sindaco Tullio Di Zazzo riceviamo e pubblichiamo.
Con la pubblicazione in data odierna della sentenza del Consiglio di Stato in merito al ricorso presentato da ACEA S.p.A contro il Comune di Cassino, il re è davvero nudo. E purtroppo, i cittadini di Cassino sono costretti a patire il più amaro disinganno circa le illusorie rassicurazioni, diffuse a scopo di propaganda elettorale, dal Sindaco Petrarcone. Le promesse che egli ha ripetuto in più occasioni con spudorata sicumera: «Acea non avrà mai e poi mai l’acquedotto di Cassino», sono state clamorosamente smentite dal Consiglio di Stato, nella quale, in accoglimento del ricorso suddetto, ordina «al Comune resistente [Comune di Cassino] di adottare gli atti volti a consentire la consegna dei beni oggetto del giudizio alla ricorrente ACEA entro 30 giorni dalla comunicazione o notificazione della presente sentenza. Nomina fin d’ora, in difetto, il Prefetto di Frosinone quale Commissario ad acta per sostituire eventualmente l’Amministrazione ancora inadempiente. Condanna il Comune resistente al pagamento delle spese della presente fase del giudizio, spese che liquida in euro 3000,00, oltre accessori di legge, in favore della ricorrente ACEA.»
Si realizza così l’ultima beffa nei confronti dei cittadini di Cassino, costretti a soccombere alle mire speculative di ACEA sul servizio idrico che comporteranno l’incredibile aumento delle bollette dell’acqua per gli usi domestici pari al 270% rispetto alle attuali. È la conclusione degli atti sconsiderati adottati dal Sindaco Petrarcone fin dal 28 dicembre del 1996, con la firma della convenzione con ACEA per la gestione del servizio idrico cittadino. Da essa discende, infatti, sia la sconfitta dinanzi al TAR del Lazio, con la mancata costituzione del Sindaco Petrarcone, sia la sentenza di definitiva condanna del marzo 2015 pronunciata dal Consiglio di Stato.
La via per la riconquista della gestione pubblica è diventata oggi enormemente difficile complessa, anche se non impossibile. Ma, nella rosa dei candidati alla carica di Sindaco per le prossime elezioni del 5 giugno, solo l’Ing. DI ZAZZO possiede tutti i requisiti per una trasparente e radicale difesa dell’acqua di Cassino. Egli soltanto, infatti, a differenza degli altri (Mosillo, D’Alessandro, Petrarcone) è completamente indipendente dagli ordini di scuderia dei partiti (Partito Democratico, Forza Italia, Nuovo Centrodestra) che gestiscono, in cambio di prebende clientelari e per conto dei potentati finanziari romani, i vertici aziendali di ACEA S.p.A. Non è un caso, del resto, che la candidatura di Tullio Di Zazzo sia sostenuta dai rappresentanti dei movimenti e delle associazioni che si sono sempre battuti contro le pretese di esproprio di ACEA: da “Acqua Nostra No Acea†(Avv. Giuseppe Martini, Fausto Pellecchia) alle Nuove Contrade (Michele Leva), che organizzarono l’imponente mobilitazione cittadina del 14 dicembre 2014. Se invece si scorrono le liste e i gruppi di sostegno delle altre candidature non potrà sfuggire la presenza di personaggi in patente “conflitto d’interesse, in quanto hanno stretti rapporti politici e professionali con Acea S.p.A.