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Perin e le Marocchinate, una “papera” da campione farlocco

Il portiere del Genoa Mattia Perin in una foto di archivio. ANSA/ LUCA ZENNARO

Frosinone – La vicenda di Mattia Perin e i suoi insulti ai tifosi del Frosinone tirando in ballo addirittura gli stupri delle truppe Marocchine alle popolazioni locali durante la seconda Guerra Mondiale che ha suscitato enorme clamore in Ciociaria ha avuto solamente due meriti; il primo e più importante è che ha portato in primo piano una tristissima vicenda della terra ciociara sicuramente troppo poco ricordata anche nella stessa Ciociaria.

Emiliano Ciotti, presidente dell’associazione Vittime delle Marocchinate sa bene quanto è stato difficile negli anni passati e quanto lo è ancora oggi far riconoscere quelle barbarie commesse su intere popolazioni, purtroppo, da chi arrivò con la bandiera dei liberatori. Troppe volte si è dovuto scontrare con chi ritiene quei fatti efferati come un prezzo da pagare per la libertà.

Il secondo non è propriamente un merito, ma comunque fa comodo poter puntare un faro su un presunto “campione” e analizzare gli aspetti caratteriali e sociali del personaggio. Ventitreanni, stipendio da 200mila euro, con un piede già in Nazionale, Mattia Perin da Latina sembra avere una carriera lanciatissima.

Perin… Latina… un cognome che con il pontino non sembra avere molto a che fare. Ma vuoi vedere che il portierone del Genoa è discendente o ha tra i suoi parenti discendenti di quegli esuli che dovettero scegliere se lasciare l’Istria o finire infoibati?  Caro Perin, la storia a te certamente non ha insegnato nulla. Puoi sempre dire che non l’hai potuta studiare perché troppo impegnato a parare rigori o correre dietro alle gonnelle di qualche “velina”. Una cosa è certa, però, la patente del campione te la sei giocata. I ciociari, fieri, si portano sulle spalle il peso dei propri morti e, ne sono certo, anche quello dei tuoi perchè comunque italiani. Nessuno ai quali hai offeso la storia, avrebbe potuto essere così meschino, men che mai per ragioni calcistiche. Vai campione, piangi la tua più clamorosa papera.

Ermanno Amedei

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