“Noi non riconsegneremo gli impianti ad Acea. È un impegno che abbiamo preso con i nostri cittadini cinque anni fa e lo porteremo avanti anche nella prossima amministrazione. Acea non riavrà gli impianti che appartengono a Cassino ed ai suoi cittadini. La strada giudiziaria intrapresa da Acea, sin dal primo momento del nostro insediamento, per la consegna degli impianti e per il risarcimento dei danni, è stata è solo un aspetto delle nostre battaglie contro Acea e intraprese dall’amministrazione che rappresento. La sentenza del Consiglio di Stato arrivata oggi, al di là delle facili e catastrofiche interpretazioni e strumentalizzazioni, non è una sorpresa, anzi è una integrazione rispetto a quanto già deciso in considerazione della normativa vigente a livello nazionale. Consapevoli di questo, e con il preciso intendo di far rispettare la volontà espressa dai cittadini con il referendum sull’acqua pubblica del giugno 2011, abbiamo percorso parallelamente altre strade e dopo aver sollecitato la legge regionale 5/2014 che tende a ridefinire gli ambiti di bacino di gestione, dopo aver votato la risoluzione con Acea Ato 5 in virtù dell’art. 34 della Convenzione con il gestore privato, abbiamo adottato lo scorso 4 maggio un provvedimento attraverso il quale, nel pieno rispetto della normativa, abbiamo deliberato che il Comune di Cassino manterrà pubblica la gestione degli impianti. L’art. 62 comma 4 della legge 221/2015 prevede che ciò sia possibile in base ai seguenti requisiti: esistenza di fonti qualitativamente pregiate; sorgenti ricadenti in parchi naturali o in aree naturali protette; utilizzo efficiente della risorsa e la tutela del corpo idrico. Requisiti di cui Cassino è inequivocabilmente in possesso. In pratica mediante questa delibera abbiamo interrotto il processo di consegna dell’acquedotto comunale ad ACEA ATO 5. Detto questo, il Consiglio di Stato non poteva essere a conoscenza della delibera che il comune di Cassino ha adottato lo scorso 4 maggio e di conseguenza la sentenza non ha potuto tener conto di un aspetto fondamentale che utilizzeremo anche nelle aule di tribunale per difendere il nostro acquedotto. Per ultimo, ma non in ordine di importanza, la riconsegna ad Acea non è possibile e non la faremo anche in ragione del quantitativo di acqua che riceviamo per caduta rispetto al maggior quantitativo che viene prelevato ed immesso nell’acquedotto campano. Acqua che serve ad alimentare il nostro acquedotto cittadino e che è di esclusiva proprietà della città di Cassino, non potendo in alcun caso ed in alcun modo far parte degli impianti di cui si chiede la consegna. La nostra amministrazione in questi 5 anni ha messo in campo ogni azione per non consegnare gli impianti ad Acea. Partendo da questo presupposto continueremo a percorrere ogni strada per scongiurare questa ipotesi. Non sarà di certo la nostra amministrazione, neanche nei prossimi 5 anni, a riconsegnare gli impianti ad Acea.†È quanto emerge in una nota a firma del sindaco Giuseppe Golini Petrarcone.