Stefano Comelli, scultore di opere d’arte… buonissime

Stefano Comelli, scultore di opere d’arte… buonissime

16 Maggio 2016 0 Di redazione

Trieste – Riesce a dare una forma a tutto: ad un pezzo di marmo, ad un tronco di legno ed anche ad un blocco di cioccolato; la differenza è che le scaglie di cioccolato, mentre scolpisce, le può mangiare. Stefano Comelli, 47 anni di Trieste è figlio d’arte.
scultore di cioccolato
Al padre scalpellino, però, non gli sarebbe mai venuto in mente di lavorare il cioccolato. Stefano, invece, è un artista noto soprattutto per le sue opere d’arte che, oltre ad essere belle, sono anche buone. Tutto è cominciato quasi per scommessa circa 20 anni fa a Gradisca d’Isonzo (Go) dove si organizza una delle più antiche fiere del cioccolato. “Venni chiamato, insieme ad un gruppo di scultori per cimentarmi su un blocco di fondente. Fin dai primi tocchi di scalpello capii che si poteva fare – Ricorda – Il cioccolato non ha la scontrosità della pietra e la nodosità del legno. In caso di rottura, o di opere assemblate, è facile accorparlo o riattaccarlo”. In quella circostanza realizzò un bassorilievo che rappresentava due volti che si baciavano. “Con quel lavoro vinsi e cominciai una attività simile ma alternativa a quello che già avevo”.
Martelletto, scalpello, sgorbi da intaglio, Stefano lavora con gli stessi strumenti che adopera per il legno. Ma il cioccolato non è tutto uguale; il nero fondente o quello al latte, è oggetto di duri confronti tra buongustai. “Preferisco il fondente e non solo per lavorarlo – dice – Gusto a parte, la maggiore consistenza lo rende più adatto ad essere scolpito. Quello al latte è troppo morbido. Ho lavorato anche quello bianco anche se è sbagliato definirlo cioccolato dato che, in realtà si tratta di burro di cacao. In pochi sanno che il cioccolato vero, è quello fondente e che ha proprietà alimentari importanti, non a caso è definito il cibo degli Dei”.
scultore
Poi, però, dopo essere state ammirate, le sue opere d’arte vengono mangiate anche perché il cioccolato si deteriora “Per questo – conclude – prima che ciò avvenga spesso, vengono donate a gruppi di anziani o di bambini, quindi con finalità di solidarietà”.
Ermanno Amedei
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