“Sto morendo e non so quale male mi sta uccidendo”, disperato appello di un ex calciatore
9 Maggio 2016Napoli – Sta facendo tradurre le sue cartelle cliniche per andare all’estero e cercare altrove quella speranza di sopravvivenza che qui, in Italia, non ha trovato. Francesco Santonastasio di Napoli ha 30 anni, molti dei quali passati sui campi di calcio militando in squadre di eccellenza e C1 tra Abruzzo e Marche. Adesso, invece, parla da un letto di ospedale che lascia solo lo stretto necessario per andare in bagno.
“Voglio sapere che malattia ho e che possibilità mi restano di guarireâ€. E sì, il quadro clinico di Francesco è preoccupante se non fosse altro perché i medici non hanno saputo dare un nome ad un male che di girono in giorno lo sta affievolendo. I suoi problemi sono iniziati nel 2012 quando durante una operazione di routine al legamento crociato, contrae il Citomegalovirus e l’Eb virus. Sottoposto ad una massiccia cura antibiotica sembrava aver superato il problema. Quando torna ad allenarsi, però, si accorge che non appena lo sforzo fisico aumenta arriva puntuale il mal di testa. Poi sono arrivati anche dolori al torace e sensazioni di stordimento che lo hanno costretto a sospendere attività fisiche. Ma il deterioramento non era finito e lasciare lo sport non è stato sufficiente. “I sintomi sono aumentati e la mia condizione è peggiorata di giorno in giorno. Sono arrivate anche le vertigini, la tachicardia e le palpitazioni. Di fronte a tutto questo i medici erano completamente spaesati come lo sono ancora oggiâ€. Da metà 2013 Francesco è completamente allettato. “Al massimo riesco a stare in piedi per andare in bagno o per mangiare. Pochi minuti, non appena mi alzo dal letto arriva il mal di testa, la tachicardia, lo  stordimento e tutto a cadereâ€.
Se non si conosce la malattia non si trova una cura adeguata e la stessa continua nel suo percorso distruttore che ha portato alla milza ingrossata, la pancreatite, il prolasso della valvola mitrale, polipi all’intestino, polmonite da inalazione. Inutile il girovagare tra un ospedale all’altro dell’Italia, nessuno ha saputo dire cosa sta provocando l’effetto domino e l’unica nota positiva è stata incontrare in ospedale una infermiera, Tina di 29 anni, con cui si è fidanzato. “E’ stata una manna dal cielo. Incontrarla è stata l’unica cosa bella di questi anni†dice Francesco. “Con lei ho ritrovato la forza per andare avanti perché è con lei che voglio una famigliaâ€.
Ma l’amore da solo non basta e a quanto pare non basta neanche cercare una soluzione in Italia. “Ho bisogno di qualcuno che si appassioni al mio caso e mi studi, se non in Italia, anche all’estero. So che in altri Paesi, esistono centri per malattie non diagnosticate. Devo trovare il modo per poterne raggiungere unoâ€. La sua unica speranza, quindi, è uscire dal silenzio che avvolge il suo caso. Creare clamore mediatico nella speranza che qualcuno possa indicargli la strada giusta o che un medico possa decidere di investire del tempo per effettuare ricerche fino ad arrivare all’origine di quel male che, con un effetto domino, lo sta spingendo verso il baratro.
“Ho 30 anni – è il suo ultimo disperato appello – voglio tornare a vivere, ad avere una famiglia. Qualcuno mi aiuti almeno ad individuare il nome del male che mi sta uccidendoâ€.
Ermanno Amedei