Gallinaro – Come ogni divorzio, anche in quello tra Santa Romana Chiesa e Nuova Gerusalemme, ha lasciato dei cocci.
Cocci che a Gallinaro rischiano di essere particolarmente costosi e a carico del solo comune. Un milione di euro sarebbero i soldi investiti in lavori pubblici per accogliere i fedeli di quella che oggi è una nuova religione ma che fino a dieci giorni fa era un fenomeno religioso su cui ancora la Chiesa Cattolica romana non si era espressa. Un parcheggio, bagni pubblici e sedici casette in legno per un mercatino dell’artigianato e dei souvenir.
Un milione di euro per accedere al quale l’amministrazione avrebbe acceso un mutuo e che, quindi, dovrà restituire. I ritorni economici del grande parcheggio, le offerte per i bagni e gli affitti delle casette, stando ai volumi di fedeli che un tempo, quello pre-scomunica, affollavano la piccola cittadina della Val Comino, garantivano sicuramente il recupero di quanto investito. Oggi, quel flusso di fedeli potrebbe non essere più lo stesso, anzi, quasi certamente non lo sarà e i “cocci†di tutto questo restano al comune e sono palesi e giustificate le preoccupazioni di chi lo amministra.
Ermanno Amedei