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Baby George fuori pericolo. Sant’Angelo lo adotta ricordando il piccolo Matteo

CassinoGeorge è uscito dal coma e si alimenta autonomamente. E’ la bella notizia che in tanti aspettavano dopo quella bruttissima di lunedì scorso che raccontava, invece, di come il bimbo di appena tre anni, nato a Cassino da genitori nigeriani, fosse caduto dalla finestra della sua abitazione in via Lombroso a Cassino rimanendo gravemente ferito. Le sue condizioni erano disperate e per questo è stato trasferito in eliambulanza al Bambino Gesù di Roma dove è stato mantenuto in terapia intensiva per poco meno di una settimana.

Baby George, adesso è fuori pericolo di vita ed è stato trasferito nel reparto pediatrico specialistico per la fase di recupero. Ha uno zigomo malconcio, un problema ad un orecchio e andrà valutato se potrà avere qualche difficoltà motoria ma al momento non ci sono elementi per poterlo dire.

La vicenda di George ha aperto uno spaccato sulle condizioni di vita di interi nuclei familiari arrivati in Italia nel corso dell’emergenza nord Africa, affidati a cooperative che gestivano progetti per la loro integrazione e poi miseramente abbandonati. La famiglia del piccolo da cinque anni in Italia e da circa un anno vive senza energia elettrica nella casa di Cassino da cui il bimbo è caduto, sotto la minaccia di sfratto.

George potrebbe essere figlio di almeno altre sette o otto famiglie che vivono in queste condizioni. L’avvocato Pierluigi Franchitto ne conosce diverse di situazioni come quelle della famiglia di via Lombroso e improvvisamente, da legale del nucleo familiare impegnato nello scongiurare lo sfratto, si è ritrovato anche ad essere un po’ il coordinatore dell’enorme ondata di solidarietà che il triste fatto del bambino ha suscitato. “E’ capitato – ha detto il legale – che nei primi giorni, diversi cittadini avessero fatto spese per sostenere la famiglia, ma che non avendo energia elettrica, non poteva conservare in frigorifero gli alimenti deteriorabili. Ecco perché abbiamo pensato al profilo Facebook Aiutiamo Baby George  per creare una sorta di coordinamento tra chi era disposto ad aiutare la famiglia”.

Ma che storia c’è dietro George?

“La sua famiglia è nigeriana. Vivevano in Libia fino a quando non è scoppiata la crisi. In Italia sono stati sostenuti dai progetti gestiti da cooperative che, invece di integrarli, li hanno solamente mantenuti fino all’ultimo momento, quello del luglio 2015, quando, finiti i soldi li hanno abbandonati a loro stessi. Il padre parla l’inglese e l’arabo, nessuno gli ha fatto studiare l’italiano e quel poco che sa lo ha imparato da solo. Svolge lavori saltuari a nero, e tutto si può dire tranne che è integrato. Cosa diversa sono i figli. George addirittura è nato a Cassino. Parlano l’inglese e l’italiano, frequentano scuole italiane e hanno amici italiani. Da un anno vivono senza energia elettrica e a rischio sfratto dato che quello che guadagnano non è sufficiente per nulla, figuriamoci per affitto o bollette. Una situazione non certamente unica. Io stesso ne conosco almeno altre 8. In un caso la famiglia è stata sfrattata proprio una settimana prima che accadesse l’incidente a George”.

Cosa fare? “La solidarietà della gente va bene ma non risolve i problemi a lungo termine. Stiamo cercando un tetto a questa famiglia ad un prezzo calmierato e a questo darà il suo contributo anche il Comune. Serve un lavoro per il padre di George; è un tecnico e parla diverse lingue. Di potenzialità ne ha”.

Sant’Angelo in Theodice ha adottato George

“Una vicenda troppo simile a quella del piccolo Matteo Melaragni” dichiara Marianna Manetta che dalla popolosa frazione di Cassino coordina la solidarietà destinata a George. Matteo è il bambino, figlio di una coppia di Sant’Angelo, morto in Brasile a fine maggio poco prima di tornare in Italia, cadendo dal 21esimo piano.” Troppi circostanze simili e siamo sicuri che se George si è salvato è perché ha avuto Matteo come angelo custode. Sant’Angelo si sta di mostrando molto generoso e tutto quanto stiamo raccogliendo per la famiglia di George la consegneremo all’avvocato Franchitto quando ce lo chiederà”.

Ermanno Amedei 

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