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Gli Mbl tra i protagonisti della Notte della Taranta

Cursi – Le occasioni per suonare ed ascoltare la musica di tradizione dopo un periodo di revival, si stanno rapidamente rarefacendo. Per fortuna restano le manifestazioni vere, quelle di spessore che hanno dietro un’idea e portano avanti un progetto e che il grande pubblico non abbandona. La Notte della Taranta è la regina di questo genere di manifestazioni. Ormai da quasi vent’anni detiene il primato come il più importante festival di musica popolare italiana, contribuendo alla diffusione in tutto il mondo dei ritmi del Sud e del Mediterraneo. Nell’edizione del 2016, la direzione artistica di Daniele Durante e Luigi Chiriatti rappresenta una garanzia non solo della qualità musicale ma anche dei contenuti che si andranno a proporre, legati alla ricerca etnomusicale ed alla sperimentazione.

Oltre alla serata finale del 27 agosto a Melpignano, la “Taranta” tesse intorno a sé una gigantesca ragnatela fatta di attività culturali e di spettacoli in molti paesi del Salento, uniti da un filo ideale che è costituito dalla musica e dalla danza. Dall’8 agosto inizia un vero e proprio percorso a tappe che culminerà nel parossismo del concertone. Molti sono i gruppi musicali ed i danzatori coinvolti e quest’anno farà parte dell’architettura del Festival un gruppo che da quasi vent’anni si occupa di musica popolare, gli MBL di Benedetto Vecchio. Saranno loro ad aprire una delle tappe d’esordio, quella del 9 agosto a Cursi.

Benedetto Vecchio, leader e fondatore di Musicisti Basso Lazio dichiara le sue impressioni:
“Il mio progetto artistico-musicale si chiama MBL acronimo di Musicisti Basso Lazio. L’indicazione geografica è chiara e sembrerebbe piuttosto lontana dal Salento ma il richiamo ancestrale della “taranta” batte anche nel nostro sound. Nel repertorio di ricerca musicale su materiali popolari che abbiamo elaborato negli anni e che ci è valso l’essere stati catalogati dall’ ICSBA come rappresentanti della evoluzione del genere della ballarella, proponiamo appunto ballarelle e tarantelle della tradizione ed il famoso saltarello ciociaro. Come avrete modo di ascoltare sono ritmi antichi quasi primordiali, di grande energia e vitalità, con un richiamo ipnotico particolare dato dagli strumenti della tradizione agropastorale, la ciaramella di Gianni Perilli, splendido esecutore delle musiche di Morricone per Baaria e Malena di Tornatore, la zampogna, tamburelli e tammore, sui quali abbiamo inserito la chitarra battente e quella classica. Come per la taranta, anche dietro di essi c’è un antichissimo rituale, legato però ai riti della fertilità ed aventi una funzione propiziatoria per l’abbondanza del raccolto. Cito semplicemente gli antichi Saturnalia addirittura pre-romani ed i rituali del Carnevale di Frosinone studiati dall’antropologo scozzese James Frazer ne Il Ramo d’Oro.
Ma non c’è solo la tradizione nella nostra proposta musicale. Accanto ai pezzi più antichi, abbiamo canzoni “d’autore”più contemporanee prevalentemente a tema sociale, espresse in dialetto e “contaminate” con altri stili musicali oppure ballate dedicate a particolari momenti storici del territorio, come la guerra.
Partecipare alla Notte della Taranta per me è magia. La chiamata della direzione artistica a tenere uno dei concerti del festival è per me un grande onore, un riconoscimento al contributo dato alla musica popolare ed un bel banco di prova, l’ennesimo per una carriera artistica fuori dagli schemi, fatta del consenso della gente che incontro nelle tante piazze di paese, senza sostegni o appoggi politici. Per questo è un percorso in salita ma sempre compiuto da combattente, da outsider, da brigante, che è poi una delle figure di eroe popolare che hanno colpito il mio immaginario ed ispirato un certo filone della mia produzione artistica.
La gente della Notte della Taranta è un popolo generoso, che partecipa attivamente ai concerti e danza, liberando quell’energia positiva di cui tutti abbiamo bisogno in questo periodo di difficoltà. Non gli faremo certo mancare questa occasione!”

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