Amatrice – Nove ore sotto le macerie, poi le mani di Mauro che la afferrano dal suo lettino sommerso di detriti e la tirano fuori affidandola alle braccia del padre e degli operatori sanitari. Giulia, 6 anni, così come tanti altri, deve la vita a persone come Mauro, vigile del fuoco del comando provinciale di Rieti, tra i primi ad arrivare sul luogo della tragedia e tra i primi a scavare. Mauro era fuori servizio quando ha sentito la scossa di terremoto a Rieti. Non ha aspettato che lo chiamassero per presentarsi al comando e, non appena costituita una squadra di soccorso, è partito per Amatrice.
Intanto tutte le squadre di vigili che arrivavano dai vari distaccamenti provinciali, venivano indirizzati dai residenti presso quei cumuli di macerie dove si sapeva che sotto vi fossero persone. Così anche per Giulia. Il padre disperatamente indicava le macerie che l’avevano sommersa e lei dal di sotto, chiedeva aiuto. La squadra di Mauro, rimuoveva pietra dopo pietra, dopo pietra, puntellando le pareti di detriti per evitare altri crolli, la incoraggiava e si facevano guidare dalla sua voce. Poi, la toccano, la voce si fa sempre più chiara; i soccorritori la intravedono attraverso la luce delle torce e del giorno che ormai era arrivato. A mezzogiorno, Giulia era libera e viva.
Ermanno Amedei