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“Festa del sacrificio” momento di preghiera e festa per il mondo islamico cassinate

Cassino – Campo Miranda, il parcheggio di via Verdi oggi, come avviene da qualche anno ormai, si trasforma in un momento di preghiera e di festa per il mondo islamico cassinate. In molti si sono radunati per la “Festa del sacrificio” che si svolge ogni anno in una parte della struttura e che ha visto, fin dalle prime ore del mattino, sotto l’attenzione delle Forze dell’Ordine, radunarsi una folta rappresentanza di musulmani che vivono nella Città Martire. Il 12 settembre, infatti, ricorre l’Eid Al-Adha, ovvero la ‘Festa del sacrificio’, una delle ricorrenze più importanti per i musulmani. Si tratta della seconda festività più rilevante dell’anno islamico. Un momento di preghiera e di festa: i fedeli parteciperanno in abiti bianchi, rievocando il pellegrinaggio alla Mecca. Eid al Adha, in arabo significa proprio “Festa del Sacrificio”, ricorda la vicenda narrata dal Corano della prova di Abramo, che obbedisce all’ordine di immolare il figlio ed al quale, prima che potesse mettere in atto l’azione, viene inviato dal cielo un montone da sacrificare. L’unica differenza del verbo coranico rispetto alla vicenda riportata pure dal libro biblico della Genesi è che nella versione giudaico-cristiana il figlio da sacrificare è Isacco mentre il Corano parla di Ismaele. La festa viene detta anche Eid Qurban che vuole dire anche Sacrificio, ma che ha un’etimologia anche più profonda; la radice triletterale semitica “Q-R-B” significa “vicinanza” e quindi è la festa dell’avvicinamento al Signore. “Eid al Kabir” (La Grande Festa) e “Eid al Nahr” (Festa dello sgozzamento) sono altri nomi; Qurban Bayram nel mondo turco. Negli ultimi anni il rito islamico ha suscitato polemiche nei paesi occidentali, soprattutto tra le associazioni per la difesa dei diritti degli animali, che definiscono disumana la pratica del sacrificio tradizionale della festa; bisogna ricordare pero’ che la festa ha un grande valore sotto il profilo caritatevole e molte famiglie che non possono permettersi la carne, la ricevono gratis dai più fortunati.
F.Pensabene

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